Dodici mesi dopo, stesso pista, stessa impresa e stessa festa in casa Ferrari. Dopo lo storico successo della Scuderia nella 24 Ore di Le Mans 2023, dopo il ritorno nella classe assoluta del mondiale Endourance a 50 anni dall'ultima partecipazione, la Rossa è riuscita a bissare l'impresa anche nel 2024. Il team di Maranello, di fatto, è riuscito a ripetersi nell'edizione numero 101 della classicissima della Sarthe, imponendosi quest'anno con la vettura numero 50 affidata all'equipaggio di Fuoco, Molina e Nielsen.
Una vittoria, la seconda consecutiva,;dura, sofferta, in cui a fare la differenza è stata la strategia differenziata, in primis dopo l'arrivo della pioggia nelle prime fasi di gara, e poi (trasformando una sfortuna in fattore vantaggioso) con la sosta d'emergenza per sistemare la portiera rimasta aperta a due ore dalla bandiera a scacchi, che ha permesso alla vettura 50 di concludere la gara (anche con la complicità della pioggia) con una sosta in meno rispetto ai rivali della Toyota, costretta alla resa malgrado nel finale fosse la macchina più veloce in pista.
Una vittoria che, insieme al successo di Monaco centrato poche settimane prima in F1 con Charles Leclerc, ha reso la Scuderia l'unico team capace di tale eroica doppietta dal 1934. Doppietta che è formata da due delle tre parti della leggendaria Tripla Corona del motorsport, ovvero tre successi "must" nella carriera di un pilota o, in questo caso, di una scuderia: 24 Ore di Le Mans, GP di Monaco e 500 Miglia di Indianapolis. Un successo straordinario che, in una intervista concessa a Leo Turrini, è stata commentata da Piero Ferrari, vice presidente della casa di Maranello, che in primis non ha nascosto la emozione per l'impresa e per il risultato del progetto Hypercar in cui lui stesso ha, da sempre, fortemente creduto.
"Quando John Elkann mi disse che desiderava tornare alla 24 Ore, con la Hypercar, l’ho incoraggiato. È una scelta lungimirante. Domenica pomeriggio ero inchiodato al televisore. [...] Le ultime ore sono state tremendamente emozionanti. [...] È stato un finale al cardiopalmo. È stata bravissima la squadra, nella gestione delle emergenze. E non dimentichiamo i piloti, guidare senza commettere errori per 24 Ore, giorno e notte, sole e pioggia, non è da tutti”.
Un successo che, come detto, ha posto la Rossa nella condizione di aver vinto due terzi della Triple Crown, avendo ora, come unico anello mancante, la Indy 500, gara storica ma a cui, date le condizioni regolamentari e tecniche (telai uguali per tutti e motori standardizzati), Maranello non è interessata. Una mancanza di interesse che però, in futuro, potrebbe mutare e portare la Ferrari a realizzare il sogno del suo vice presidente e completare la magica tripletta.
“Quando ho visto che per il secondo anno di seguito ce la avevamo fatta a vincere a Le Mans, beh, per un attimo ho pensato ad un altro sogno impossibile… [...] Vede, nel mondo delle corse c’è una cosa chiamata Tripla Corona… A noi come Ferrari manca solo l’ultimo anello della catena. Indy. È un sogno. Non ci sono le condizioni tecniche per realizzarlo. Ma io ogni tanto ci penso, essere anziani non significa perdere l’immaginazione. Mio padre ci pensò spesso, ma a parte uno sfortunato tentativo con Ciccio Ascari nei primi anni Cinquanta non se ne fece niente. Però, chissà…".
Come ultima domanda, il figlio di Enzo Ferrari ha parlato, anzi schivato abilmente, delle domande relative al possibile ingaggio di Adrian Newey da parte della Scuderia, non spegnendo del tutto le aspettative dei tifosi.
“Ne parliamo alla prossima intervista”.
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