Il «buon passo gara», e poi vince sempre Verstappen
Se c’è una cosa che rende insopportabili alcune analisi tecniche è l’ormai famoso concetto di passo gara, in particolare poi quando si parla della Ferrari…

24/06/2024 07:05:00 Tempo di lettura: 6 minuti

Se c’è una cosa che rende insopportabili alcune analisi tecniche è l’ormai famoso concetto di passo gara, in particolare poi quando si parla della Ferrari che da qualche mese a questa parte ha(vrebbe) un OTTIMO passo gara. 

La verità è che il “passo gara”, nella realtà, non esiste. Forse Leclerc (5), con la pista vuota, avrebbe completato i 66 giri del Gran Premio di Spagna in dieci o venti secondi in meno, facendo valere questo astruso primato che aveva sulla carta. Forse Norris (8) avrebbe fatto anche di meglio, ma nel suo caso ci ha pensato la sempre troppo altruista strategia della McLaren. 

La verità è che anche oggi ha vinto Verstappen (10). La sua striscia di vittorie negli ultimi due anni e mezzo ha raggiunto cifre imbarazzanti e potrebbe giustamente far pensare all’ennesima domenica dall’esito scontato. Di scontato, però, c’è solo il fatto che la Red Bull numero 1 fa le cose sempre perfettamente e anche quando il mezzo non è il più veloce in pista (come non lo era a Imola e a Montreal), la combinazione tra la strategia e il pilota riesce ad avere la meglio.

Norris e il suo muretto hanno gettato alle ortiche un successo alla loro portata, soprattutto dopo la pole position del sabato. Anzitutto sbagliando partenza: non solo si è fatto passare da Max, ma persino dalla Mercedes di Russell dietro al quale ha perso tantissimo tempo. Poi ha atteso un numero inspiegabile di giri per effettuare il primo pit-stop, dando modo al leader di creare un divario che alla fine si sarebbe dimostrato incolmabile. Che la papaya fosse la monoposto migliore lo testimonia il giro più veloce in gara, di oltre sei decimi migliore rispetto a quello di Verstappen, abituato a stampare record inavvicinabili negli ultimi minuti.

Finisce sul gradino più basso del podio un ritrovato Lewis Hamilton (9), che stavolta non avrà più modo di insinuare favoritismi a favore del compagno di squadra. La posizione in griglia lo avrebbe condannato, ma ci ha pensato la squadra ad indovinare la più corretta combinazione di colori delle gomme. Peccato per George Russell (10), il vero eroe di giornata. Con il mezzo a disposizione le ha provate tutte, ma alla fine si deve accontentare della quarta posizione. Restano le spettacolari manovre al via e verso il finale, quando ha fatto sudare le famose sette camicie a Lando Norris prima di cedere inevitabilmente la seconda posizione.

Arriviamo alle note dolenti e di conseguenza alla Ferrari, lontana parente di quella che a Le Mans ha trionfato una settimana fa.

Il «buon passo gara», e poi vince sempre Verstappen

Da Leclerc, onestamente, ci si aspettava di più. Sia in qualifica che in gara, dove è apparso troppo remissivo. In una pista come quella del Montmelò, dove le vie di fuga (per quanto ridotte quest’anno) permettono di osare di più, Leclerc ha sbagliato l’ultimo giro di qualifica, ha subito riceduto la posizione conquistata dopo pochi metri al legittimo proprietario (Hamilton) e, in ultima, si è anche preso un bel sorpasso da Sainz (6). Nel finale ne aveva di più, ma non così tanto da sopravanzare Russell. Dall’inizio dell’anno sosteniamo che il pilota monegasco debba ottenere il massimo consentitogli dal mezzo senza cercare il miracolo ogni domenica, e in questo sembra che ci stia dando ascolto. Ma ciò non significa che ieri il podio non dovesse essere un obiettivo alla portata. 

Tornando al discorso iniziale, la Ferrari del suo ottimo passo gara non se fa un benemerito nulla se le posizioni di partenza sono così arretrate, e lo ha dichiarato apertamente anche Vasseur "siamo partiti quinti e sesti e siamo arrivati quinti e sesti, dobbiamo fare meglio il sabato". La verità è che a Imola è stato portato un pacchetto di aggiornamenti che non ha sortito il minimo effetto, mentre altri due top team come McLaren e Mercedes hanno fatto balzi in avanti considerevoli. 

Chiudono la zona punti Piastri (5, con una macchina del genere ha pagato troppo da Norris) e Perez (3, ancora una volta imbarazzante rispetto a Max), mentre le ultime due posizioni della top ten vanno appannaggio delle ritrovate Alpine di Gasly (8) ed Ocon (7, un punto in meno perché sta antipatico a chiunque). In questo modo nei primi dieci posti troviamo cinque scuderie, ossia il numero minimo di team che si possono spartire i punti di un Gran Premio, e in pratica gli stessi e quasi con lo stesso ordine con cui si erano qualificati sabato, in barba al passo gara.

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