Prendendo come assist quanto scritto nella giornata di ieri dal nostro Prof Paolo Marcacci (leggi qui), sulla questione Leclerc-Sainz, abbiamo deciso di analizzare ulteriormente la vicenda portando un altro punto di riflessione. Ve lo diciamo subito, non vi daremo risposte, anzi. Genereremo alcune domande che andranno ad aggiungere altri dubbi e riflessioni, speriamo comunque in un certo senso costruttivi.
Il sorpasso di Leclerc ai danni di Sainz in Spagna, anche se in fin dei conti andato in porto senza conseguenze, ha portato una pioggia di critiche sul monegasco. L’attacco con toccata gomma anteriore-posteriore avrebbe potuto causare il ritiro dello spagnolo se non di entrambe le vetture se solo Charles avesse calibrato male. Ed è vero, Leclerc ha rischiato tantissimo. Un doppio zero, specie con questa McLaren in costante crescita, sarebbe stato una catastrofe.
Tutti siamo pronti a puntare il dito contro Leclerc, ma poniamoci una domanda, la prima: perché la manovra di Charles si è resa necessaria? Come sappiamo la Ferrari ha deciso di non puntare più su Sainz per il futuro. Assumendo Hamilton, Carlos dal canto suo non si sente più in dovere di fare gioco di squadra. Quindi, come abbiamo visto già più volte durante la stagione, nello scenario in cui la vettura numero 16 è davanti, ma ha un ritmo più lento della 55, Charles obbedisce agli ordini di Scuderia e Carlos può agilmente prendersi la posizione e spingere. Nella circostanza opposta, a Sainz di fare gioco di squadra non interessa più nulla e Leclerc si trova costretto ad inventarsi il sorpasso.
Un differente approccio tra i due, che con il passare delle gare rischia di sfociare in episodi ben più gravi di quello visto in Spagna. Al Montmelò alla fine si è risolto tutto nel migliore dei modi, ma a furia di piovere il vaso potrebbe anche strabordare e la situazione diventare irrecuperabile.
Se comprendiamo dunque quello che può essere il punto di vista di Leclerc, del perché ha tentato un attacco simile, comprendiamo anche quello di Sainz. Un pilota dovrebbe mantenere un atteggiamento professionale, ma quando ricevi la notizia che dovrai cercarti un sedile per il 2025 quando il 2024 ancora non è iniziato, è altrettanto normale poi aspettarsi dal pilota un certo tipo di atteggiamento. Qualunque pilota, se proviamo ad entrare per un attimo nella mente della coppia di Maranello, al loro posto farebbe fatica a comportarsi in modo diverso.
Da qui l’altra domanda, sempre che non ve ne siano nel venute già in mente altre (e speriamo sia così): in tutto questo, chi è che sbaglia di più? Leclerc, Sainz o il team? Guardando dall’esterno, si assiste ad un attacco, ad un sorpasso ben o mal riuscito e si è sempre pronti ad incolpare uno dei due piloti. Qui la situazione è diversa. O almeno, non ci si può limitare a questo.
Se Leclerc e Sainz si sono ritrovati a mettersi uno contro l’altro e a cercare di dimostrare di essere il più veloce (perché non dimentichiamoci che Carlos sta cercando ancora un sedile, per cui l’atteggiamento di sfida nei confronti del compagno è una skill che ha sbloccato senza sforzi il primo febbraio) è frutto della situazione generata dalle decisioni prese dalla squadra stessa. Non tanto nella scelta in sé, ma nei tempi e metodi di gestione.
Se Leclerc e Sainz devono mostrare molta più professionalità ed evitare questo genere di situazioni, dall'altra anche la Ferrari ha le sue colpe. Forse il Prof Marcacci non ci ha visto male. Forse alla squadra del Cavallino conviene così.
Foto: Ferrari
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