Il GP di Spagna doveva essere la gara della reazione per la Ferrari, in cui rialzare la testa dopo il totale blackout del Canada e in cui tornare, anche grazie al nuovo pacchetto di sviluppi introdotto, a lottare davanti con Red Bull e McLaren. Al contrario, la trasferta catalana ha rappresentato un nuovo passo falso per la Scuderia, caduta al Montmeló addirittura nel ruolo di quarta forza in campo, sopravanzata anche dalla Mercedes che, da un paio di gare, sembra aver trovato la quadra della vettura. Un passo falso che, malgrado l'ottima vittoria di Monaco, sembra far apparire sempre più chiaro un trend calante che, dopo qualche lampo ad inizio stagione, mostra una Scuderia incapace di costruire una stagione solida partendo da una vettura, di base, migliore del modello 2023 ma, al contrario, in uno stato di immobilismo e inerme dinanzi ai tangibili progressi (figli degli sviluppi ma anche del lavoro di comprensione della vettura) della concorrenza più diretta.
Un weekend in cui la Rossa mai è apparsa in forma, in affanno sia sul giro (dove non riesce più ad aprire un gap sui rivali ma, al contrario risulta deficitaria di circa tre decimi al giro), sia nella gestione gomme: uno scenario tale da far sorgere degli interrogativi ai tecnici in merito alla bontà del progetto e alla validità degli sviluppi portati in pista. Un esame che, su una pista probabnte ma molto indicativa, ha sancito la bocciatura per la Rsosa, come ammesso su "Motorsport.com" da Roberto Chinchero che senza mezzi termini ha posto la Ferrari nel ruolo di terza o quarta forza in campo, con Mercedes, incapace di ambire a risultati che vadano oltre qualche possibile (e fortunoso) successo di tappa.
"Barcellona è la pista degli esami e in questo caso la promozione per la Scuderia non è arrivata. Il mondiale sta prendendo forma, con McLaren che ha raggiunto la Red Bull [...] e la Ferrari che insieme alla Mercedes si candida [...] a qualche successo di tappa. [...]. Poi, è vero che nello specifico del weekend di Montmelò qualche punto la Scuderia lo ha lasciato sul campo, ma non tanto nei sessantasei giri percorsi, quanto nella qualifica. È realistico credere che se Leclerc e Sainz fossero partiti davanti alle Mercedes sarebbero stati in corsa per la terza posizione, non di più".
Una gara che, se possibile, è stata complicata oltremodo anche dalle scintille nel corso del secondo giro tra Leclerc e Sainz, con il madrileno che, in apparenza, avrebbe violato degli accordi del team e superato alla staccata di curva 1 il compagno di squadra. Attacco a cui Charles ha risposto forzando la frenata e impattando lievemente conto l'auto di Sainz, portando nella via di fuga di curva 1. Contatto che, nel post, ha causato dei malumori ma che mostra una situazione fluida ma inevitabile, data la situazione contrattuale dei due piloti, su sui sarà compito del team principal Vasseur intervenire pur di evitare l’escalation, pur nella consapevolezza che i problemi della Rossa sono ben altri...
"È chiaro che la Ferrari non può contare sulla collaborazione di Sainz, il countdown verso la sua uscita da Maranello è iniziato e il ruolo da team player non si addice alla sua situazione. [...] È importante, ovviamente, evitare l’escalation, ma la gestione dei piloti non è di certo il problema principale della Scuderia. È prioritario capire se gli aggiornamenti tecnici ha dato il meglio (sarebbe preoccupante) o se servirà tempo per tirare fuori il massimo".
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