Da diverse gare la Ferrari è la quarta foeza in campo, in affanno dopo un buon avvio di stagione e costretta a far fronte alle difficoltà nella comprensione della SF-24, vettuta divenuta enigmatica dopo l'arrivo dell'ultimo pacchetto di sviluppi. Novità che, oltre a non aver portato il plus sperato, hanno anche tolto fiducia ai piloti dati gli effetti negativi sulla stabilità della vettura. Un quadro che ha spinto i tecnici a rivedere i piani di sviluppo deliberati a inizio anno.
Uno stato dell'arte che, oltre a far perdere terreno sui rivali, ha spinto i tecnici a usare l'ultima Spec della SF-24 nelle piste medio-lente, come accaduto a Budapest, e quella di Imola sulle piste veloci, come "Tools" per massimizzare le prestazioni in un momento difficile da cui la Scuderia vuole uscire al più presto. Una volontà che la Rossa ha mostrato in Ungheria, portando in pista l'ultima evo, corretta con un nuovo fondo e pance riviste che, pare, abbia eliminato il bouncing.
Una reazione che, ovviamente, è arrivata solo in piccola parte, non nelle proporzioni attese, visto che la SF-24 ha espresso una velocità mediocre sul giro secco e mostrato piccoli segnale di ripresa in gara, specie con Charles Leclerc, sfoggiando a tratti un buon passo, in particolare con gomme Hard. Passo che ha portato la Rossa a chiudere la gara al quarto e sesto posto, ad una manciata di secondi dal podio: traguardo più vicino rispetto alle scorse gare ma inarrivabile dato l'attuale stato dell'arte. Una parziale risalita figlia, con tutta probabilità, solo in minima parte della bontà degli sviluppi introdotti, ma molto maggiore a causa delle caratteristiche del tracciato magiaro, favorevoli alla SF-24.
Una gara in cui, classifica alla mano, Charles Leclerc è stato il migliore dei ferraristi, e che ha mostrato la reazione dopo alcune gare negative ed un avvio di weekend non facile, a causa del contatto con le barriere all'uscita di curva 4 nel corso delle FP2. Reazione che, per il monegasco, è giunta al termine di una gara tutt'altro che priva di imprevisti che non hanno reso "facili" i 70 giri di gara. Tra questi, date le elevate temperature dell'Hungaroring e il conseguente sforzo fisico a cui sono sottoposti i piloti, va segnalata la quasi totale impossibilità di bere per il pilota numero 16 della Rossa.
Un problema che lo stesso Leclerc ha segnalato a fine gara al suo ingegnere di pista Bryan Bozzi che, a primo impatto, potrebbe essere ricondotto a problemi del sistema (idraulico) del drink della vettura numero 16 ma che, ascoltando lo scambio di battute tra box e pilota, potrebbe non essere stato causato da ciò. Secondo le parole del pilota del Principato, infatti, non è la prima volta (in poco tempo) che si verifica tutto ciò.
LECLERC: "Penso che stiamo mettendo troppo poco da bere. Non bevo molto durante la gara, ma inizia ad essere al limite".
BOZZI: "È strano. Dovrebbe essercene in abbondanza".
LECLERC: "Non è la prima volta quindi controlliamolo per favore".
Pertanto la domanda sorge spontanea: è un caso che sulla SF-24 di Leclerc si verifichino, con regolarità, problemi al drink system della sua Rossa o magari i tecnici, più o meno in accordo con jl pilota, vadano a lesinare sulla quantità di bevanda da mettere in macchina (che si esaurisce dopo pochi giri lasciando "a secco" il pilota per gran parte di gara) per riuscire a recuperare anche solo pochi centesimi di secondo al giro in un momento in cui, anche solo dei millesimi, sono ossigeno puro per la Scuderia di Maranello?
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Foto copertina media.ferrari.com