Altro che ali flessibili: la vera chiave per la vittoria sono le gomme
Negli ultimi Gran Premi, capire gli pneumatici è stato il dato chiave, che ha fatto la vera differenza. Tutte le squadre fanno ancora fatica a interpretare il loro comportamento, e spesso la strategia si decide con scelte azzardate.

17/09/2024 11:00:00 Tempo di lettura: 4 minuti

"Gomme, gomme, gomme"così ha detto George Russell via radio a Toto Wolff dopo il suo inaspettato podio al Gran Premio dell'Azerbaijan. Infatti, l'elemento determinante di tutta la gara sono stati, nuovamente, gli pneumatici, impossibili da leggere non solo per la Mercedes, ma per tutti i concorrenti. Dati alla mano, questo comportamento indecifrabile è stato la causa della sconfitta della Ferrari: come lo stesso Leclerc ha raccontato, la Ferrari si è fermata un giro dopo la McLaren perchè credeva che le hard di Piastri ci avrebbero messo più tempo a scaldarsi, ma dopo la sosta l'australiano era già alle sue spalle, pronto ad attaccare. 

Nelle interviste con Sky Sport, Russell si è scagliato con forza contro la Pirelli, chiedendo delucidazioni: "La gara è stata strana. Nella prima parte prendevamo 1,5 secondi al giro, mentre negli ultimi 20 giri guadagnavo costantemente un secondo su Oscar e Charles. Il circuito è lo stesso, così come il pilota e la macchina, abbiamo solo cambiato la mescola degli pneumatici. Mi fa infuriare come la prestazione venga capovolta così tanto. E questo non succede solo a noi, ma a ogni pilota; in una sessione sono veloci e in quella dopo no a seconda delle gomme. È magia nera, credo che anche la Pirelli non sappia interpretare i dati al meglio. Abbiamo bisogno di conversazioni serie su quello che sta accadendo, perchè noi abbiamo 2000 persone che lavorano come dei matti per portare in pista la vettura migliore, e solo negli ultimi 20 giri è successo, negli altri non dovevamo avere nemmeno i punti. Non deve accadere ancora".

Le gomme tengono banco

Altro che ali flessibili: la vera chiave per la vittoria sono le gomme

Questa non è stata l'unica volta in cui le gomme hanno fatto una differenza sostanziale: si può citare il Belgio, dove proprio Russell è stato autore di uno stint impossibile sulle mescole dure che gli hanno permesso di vincere, almeno per qualche ora. O ancora si può parlare di Leclerc a Monza, il quale ha gestito i suoi pneumatici per evitare la seconda sosta e trionfare davanti a un pubblico in visibilio. In entrambi i casi, queste scelte strategiche sono state dei bei rischi, che si può prendere solo chi non ha nulla da perdere, ma nelle quali nessuno, nemmeno la stessa Pirelli, crede. E sembra anche che una minima variazione delle condizioni della pista o del meteo facciano una grande differenza, rendendo vane le ore di Prove Libere.

Ci si gioca tutto sul filo del rasoio, fidandosi delle sensazioni dei piloti, di Russell che vuole osare, di Leclerc che non ha nulla da perdere, di Piastri che disobbedisce agli ordini di squadra. Nasce così un grande spettacolo per chi sta a casa, dove è il talento umano a farsi strada in un mare di intelligenza artificiale e calcoli degli ingegneri, ma un grande grattacapo per tutte le persone al muretto. Quindi, anzichè concentrarsi sull'ala posteriore flessibile, che adesso sembra quasi un capro espiatorio per spiegare il vantaggio della McLaren, forse sarebbe meglio guardare in altri reparti.

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