Ferrari, Jock Clear svela come la SF-24 ha ritrovato competitività dopo la pausa estiva
27/09/2024 07:00:00 Tempo di lettura: 6 minuti

Dopo la sequenza di gare successive alla pausa estiva, in Ferrari aleggia un pizzico di delusione per non aver raccolto quanto sperato, possibile. Di fatto, il bottino di punti che la Scuderia ha raccolto negli eventi che dovevano esaltare le doti della SF-24 è andato in calando: in primis c'è stato il bello, e inatteso, successo di Leclerc nel GP d’Italia, seguito dalla sconfitta azera e, infine, dal deludente GP di Singapore, dove la Rossa aveva nel podio l'obiettivo minimo, fallito a causa della disastrosa qualifica (con i piloti in quinta fila), che ha precluso ogni possibile risultato soddisfacente.

Un tris di gare in cui la McLaren, lanciata verso il mondiale, ha accumulato 112 punti, la Ferrari 71, la Mercedes 54 e la Red Bull 41. Un trend che conferma quello che, ad oggi, può essere il vero obiettivo per Maranello: la conquista del secondo posto nel costruttori, dietro al team di Woking ma davanti alla Red Bull. Un risultato, quasi impossibile a inizio anno, che porterà ad una volata fino al GP di Abu Dhabi, possibile grazie alla crescita di cui la Rossa è stata protagonista a cavallo della sosta estiva, con cui si è messa alle spalle la pessima parte centrale di anno in cui la SF-24 aveva perso la rotta, divenendo incapace di crescere e tornata problematica per i tecnici.

Una crescita che è passata anche dalla galleria del vento, aggiornata nel tappeto mobile durante la sosta estiva e tornata operativa. Un upgrade utile a migliorare la mappa aerodinamica dell'auto, lavorando in sinergia con software evoluti, capaci di rilevare informazioni più precise alla ricerca di una correlazione fra simulazioni e pista. Un passo avanti necessario per restare a livello dei rivali, visto che la concorrenza ha già rifatto, o sta ricostruendo, la propria galleria del vento per massimizzare le prestazioni delle vetture e la correlazione dati: fattore di primaria importanza in F1 e di cui ha parlato Jock Clear, capo dell’ingegneria Ferrari.

Nel dettaglio, l'inglese ha spiegato, come riportato da "Motorsport.com", in che modo la Scuderia ha superato le difficoltà emerse in estate, in cui lo sviluppo della SF-24 è stato condizionato dal ritornante saltellamento aerodinamico con l'arrivo del fondo nel GP di Spagna. Un fondo che garantiva un aumento di carico, che ha riportato in vita il bouncing nelle curve veloci, togliendo fiducia ai piloti. Un problema di fronte a cui i tecnici sono stati costretti a fare un passo indietro e portare a Monza una soluzione definitiva. Un rimedio gounto dopo un periodo in cui si è deciso di interrompere gli sviluppi per trovare prima l’anomalia esistente nella correlazione dei dati tra la galleria del vento e la pista.

"Non si è mai sicuri sugli aggiornamenti che si portano. Anche in altre squadre si è persa la strada. Dopo la Spagna, non pensavamo di aver perso la strada, ma era emerso che c’era qualche anomalia tra ciò che vedevamo in galleria e i dati in pista, per cui bisognava capire cosa stava succedendo”.

Una anomalia, una mancanza di correlazione, che ha portato la Ferrari a rivedere i processi di sviluppo, visto che la realtà non combaciava con i numeri, scovando delle anomalie che, ad oggi, sono state risolte ma che sono sempre dietro l'angolo.

Scopri un’anomalia, la analizzi e cerchi di capirla per rimetterti in carreggiata. È quello che abbiamo fatto, per cui siamo tornati sulla strada giusta. Ora dobbiamo tenere gli occhi aperti per evitare un’altra anomalia, perché a volte gli sviluppi non funzionano: il processo di crescita consiste nel provare qualcosa di nuovo ogni settimana. Ora siamo convinti che il nostro processo di crescita funzioni, e crediamo di essere al top in tutto. Ma aspetteremo la prossima… buccia di banana."

Le vetture a effetto suolo, la storia dimostra, sono sensibili all’altezza da terra: quanto più essa si riduce tanto più si riesce a generare carico. Un set-up radente al suolo è però difficile da mantenere visto che la vettura è sottoposta a bump che mutano l'handling, causando perdite di carico. Delle variazioni di altezza che provocano perdite di carico e rendono l'auto ingovernabile e imprevedibile: un fattore su cui si lavora in galleria, anche se la massima precisione non è raggiungibile.

In galleria il pavimento è piatto. Quando si sale su un cordolo si rimbalza, ma nel wind tunnel non puoi vedere tutto. Possiamo far rimbalzare l'auto, ma i dati non sono coerenti con la realtà. È impossibile aver correlazione al 100%. La piena fedeltà dei dati non esiste. Con l’effetto suolo bisogna limitare le perdite di carico: in cinque millimetri di altezza si può perdere tutta la downforce oppure generarne il massimo. È in quest’area che si gioca la partita della competitività”.

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Foto copertina media.ferrari.com


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