ESCLUSIVA - Manuela Gostner: dalla Ferrari a Le Mans. Mamma e pilota, esempio per tutti
05/11/2024 07:30:00 Tempo di lettura: 8 minuti

Mamma e pilota, non esiste miglior modo per descrivere Manuela Gostner: bolzanina, classe 1984, impegnata nella Coppa Shell del Ferrari Challenge con il team Ineco-Reparto Corse Ram. Mamma per scelta, pilota quasi per caso, 'Manu' debutta nel 2014 dopo un test nato per gioco che ha acceso il sacro fuoco della velocità. Cresce, migliora la guida e accetta varie sfide. Tra queste la scelta di cimentari nell'ELMS, nel Wec e nella 24 Ore di Le Mans con le ragazze di Iron Dames, diventando la terza italiana nella storia a competere nella Sarthe, oltre che un esempio per tutte le donne e la prova che tutti i sogni, anche ambiziosi, si possono realizzare.

Una persona tranquilla, con una sua visione del mondo dei motori e non solo, che porta con orgoglio e coerenza i propri valori di coraggio e fiducia nei propri mezzi nelle sfide che affronta. Una 'pilotessa', come si definisce, con cui chi scrive ha parlato in esclusiva durante le Finali Mondiali Ferrari, ripercorrendo il suo percorso nel motorsport, e scoprendo il suo punto di vista sul ruolo delle donne nel panorama motoristico.

ESCLUSIVA - Manuela Gostner: dalla Ferrari a Le Mans. Mamma e pilota, esempio per tutti

Partiamo dall'inizio: come è nato il sogno di diventare pilota?

"La mia storia non è quella tipica di un pilota. La mia passione è nata dieci anni fa, a 30 anni, quando mio papà era già impegnato nel Ferrari Challenge. Non mi interessavo al motorsport. Un giorno sono andata a una sua gara alle Finali Mondiali e mi sono resa conto che non conoscevo nulla di questo mondo. Da allora ho iniziato a interessarmi".

Quali sono stati i passi successivi?

"Vedendo questo interesse mio papà mi ha permesso di provare la sua macchina in una giornata di test. Sono salita per la prima volta su una macchina da corsa, credo la Ferrari 458 Challenge, con quasi 600 cavalli, senza alcuna preparazione. Mi è sempre piaciuto guidare, ma li c'è stato il fascino di salire su un auto da corsa, una Ferrari poi. È stato bellissimo".

Insomma, un colpo di fulmine?

"In parte. A far scattare la scintilla è stato salire accanto a un pilota professionista e capire come si porta un'auto al limite. È stato surreale, non avrei potuto immaginare cosa significasse neanche nei miei sogni e soprattutto quanto sia difficile farlo. Da fuori vedi le gare ma non puoi capire cosa succede nell'abitacolo. Questo mi ha affascinato e spinto a provare a diventare la migliore pilotessa possibile".

La ricerca del limite, oltre a dimostrare il proprio valore, è stata la sfida più grande?

"Esattamente. Mi sono detta che se potevano farlo gli uomini, anche io potevo imparare, anzi potevo farlo".

C'è, ancora oggi, del pregiudizio sulle ragazze che vogliono diventare pilota?

"Un po'. Ma credo ciò valga nel motorsport, così come in altri sport o lavoro: credo ci sia sempre del pregiudizio verso le donne, si dirà che non sanno guidare o che non sanno far bene una determinata cosa. Ma devo dire che, per esperienza, nelle gare del Ferrari Challenge in cui sono a livello di altri piloti e competo nelle prime posizioni, tutti gli uomini mi rispettano. Serve tempo per farli abituare all'idea ma poi sei una di loro, non c'è differenza".

Previsioni in merito per il futuro?

"Purtroppo il motorsport sarà sempre un mondo prevalentemente maschile, sempre frequentato da molti più uomini rispetto alle donne. Credo accada perché ci sono davvero poche donne a cui piace guidare una macchina o che hanno una profonda passione per il motorsport: credo sia una questione di DNA, di natura".

Che consigli darebbe alle ragazze che aspirano a seguire questa strada? Negli ultimi anni c'è una maggiore presenza femminile e qualche serie propedeutica...

"Rispetto a quando ho iniziato sono cambiate molte cose per aiutare le ragazze, incoraggiarle e dare l'esempio a nuove generazioni: abbiamo avuto la W-Series, il Rising Stars nei kart, la F1 Academy e vengono scelte pilotesse per aiutarle a crescere. Il mio consiglio è quello di non ascoltare nessuno, di fidarsi dei propri mezzi, di camminare dritte per la propria strada e restare concentrate sull'obiettivo. Basta affidarsi al proprio istinto e conoscenze, che noi ragazze abbiamo. A volte magari siamo solo timidine e abbiamo paura di dare il 100%".

ESCLUSIVA - Manuela Gostner: dalla Ferrari a Le Mans. Mamma e pilota, esempio per tutti

Tornando a lei, oltre al Ferrari Challenge c'è stata anche la bella avventura con il team e le ragazze di Iron Dames nel Wec: il miglior momento della sua carriera?

"Dico la mia prima 24 Ore di Le Mans, senza dubbio. È stata un esperienza fuori dal mondo, è una gara veramente leggendaria, surreale, impegnativa: sei in un altra galassia. Assolutamente il momento più bello".

Restando in tema 24 Ore di Le Mans: come si vive quella gara e che sfida è per un pilota?

"Una sfida che dall'esterno non è neanche lontanamente possibile immaginare. È una gara così dura, combattuta, difficile, sfidante per vettura e piloti. È talmente ricca di sfide che anche solo partecipare è una cosa incredibile, ancor di più lo è finirla. Finire nelle prime posizioni è un sogno incredibile, ma anche solo tagliare il traguardo ti rende vincitore al 200%".

Passiamo alle curiosità: c'è un significato preciso dietro ai colori della sua Ferrari? Qualcuno la assimila ai colori "transgender"...

"No, sarò onesta, a quello non avevo pensato. Ho scelto l'azzurrino come primo colore perché era il colore della Leyton House F1: mi piace da impazzire. Però, devo dirlo, ho anche un animo 'trashissimo' e adoro Miami Vice: per questo ho inserito il mix di rosa, giallo e blu che rimanda a quello. Ai bimbi piccoli ricorda i marshmellow, o l'arcobaleno".

ESCLUSIVA - Manuela Gostner: dalla Ferrari a Le Mans. Mamma e pilota, esempio per tutti

Fuori dalla pista, chi è 'Manu' Gostner?

"Sono una mamma di due bambine, di 13 e 17 anni. Lavoro da sempre, da piccola, prima in un negozio di abbigliamento e poi nell'azienda di famiglia. Non ho frequentato l'università e ho giocato per anni a pallavolo. Sono una persona attiva, mi piace lo sport e in particolare lo sci, che da noi in montagna è molto praticato. Penso di essere molto tranquilla, mi piace riposarmi, viaggiare, visitare dei luoghi caldi. Penso che tranquilla sia l'aggettivo che mi descriva al meglio".

Pilota e mamma: qualche similitudine?

"Non ci ho mai pensato... In realtà credo di no, non direi, almeno per ora...".

Foto copertina www.facebook.com

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