A pochi giorni dal termine del GP del Brasile, i piloti hanno fatto uscire un comunicato congiunto a nome della Gran Prix Driver Association, con il quale criticavano aspramente certi comportamenti e decisioni prese della FIA nei mesi precedenti; al vaglio c'erano scelte di importanza discutibile, quali il divieto ai gioielli, l'obbligo di indossare mutande ignifughe e le multe per delle innocue parolacce dette in conferenza stampa. Russell, Wurz e tutti gli altri hanno usato l'occasione anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e criticare altre azioni di Ben Sulayem e dell'intero ente di Parigi, come il fatto che nessuno abbia mai spiegato loro dove finiscono i soldi che pagano durante i weekend di gara.
Durante la conferenza stampa di ieri sera, i media hanno posto numerose domande proprio a George Russell, capo della GPDA, chiedendo spiegazioni sulla vicenda: "Ho parlato con i miei colleghi, e tutti hanno mal tollerato certe azioni che sono successe nel corso dell'anno. Volevamo essere uniti su certe posizioni, essere chiari con la FIA ed essere più coinvolti nelle decisioni, ma la partenza di Wittich è un esempio di come non ci abbiano ascoltato. Nessuno di noi lo sapeva e adesso su Rui Marquea c'è molta pressione, dato che siamo nelle ultime tre gare. Noi siamo gli ultimi a venire a conoscenza di queste cose, ma sarebbe meglio se venissimo informati, specialmente quando sono scelte che ci coinvolgono direttamente. Sono sicuro che il nuovo direttore farà un ottimo lavoro, nonostante la posizione difficile. Noi vogliamo solo parlare con la Federazione e migliorare questo sport che tutti noi amiamo".
Tuttavia, questo messaggio, che ha causato così tanto scalpore sui social, non ha ancora sortito l'effetto desiderato. Anzi, dai piani alti tutto tance ancora, ma il pilota della Mercedes ha chiamato di nuovo all'attenzione, anche con una punta di sarcasmo: "Al momento la FIA non ci ha ancora risposto, e ne sono sorpreso. Ma chissà, magari si faranno avanti nei prossimi giorni". Tra l'altro, con il comunicato sotto gli occhi di tutti, la Federazione non potrà fare finta di nulla in eterno, come invece è successo. "In passato, parlarne tra di noi non ha risolto nulla. Noi piloti vogliamo solo aiutare e migliorare lo sport, specialmente la sicurezza, ma da un paio d'anni a questa parte nessuno ascolta i nostri feedback. Poi i fan sono una parte integrante del nostro lavoro; se vogliamo trasparenza e condivisione, allora i social media sono la piattaforma perfetta", ha spiegato ancora Russell.
Un'altra questione che il britannico ha voluto sottolineare è l'uso dei soldi delle multe, che mai è stata chiara. L'argomento già occupava uno spazio importante nel comunicato della GPDA, e adesso Russell ha voluto fare ulteriore chiarezza: "Anni fa, quando si doveva eleggere il nuovo presidente, dicevano che avrebbero speso i fondi per migliorare le categorie junior, facilitare l'ingresso nel motorsport, e tutti ne eravamo a favore, ma poi la questione è decaduta. Quando le multe sono salate, qualche pilota può pagarle comodamente, mentre un rookie no. Ma se sappiamo che davvero i nostri soldi vanno a favore dei giovani, allora cambierà anche il nostro atteggiamento".
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