Nele primo Gran Premio della stagione, la regia internazionale si è divertita nel trasmettere diversi team radio tra Lewis Hamilton e Riccardo Adami. Come c'era da aspettarsi, il sistema tra i due non era ancora ben rodato, e più volte il pilota ha "zittito" il suo ingegnere di pista, chiedendo meno informazioni o di lasciarlo da solo. D'altronde, il rapporto tra atleta e uomo in cuffia è complesso, quasi più psicologico che sportivo; bisogna sapere cosa piace all'altro, come lavora, come comunica, e non ci sono simulazioni che reggano.
Ovviamente, i team radio del numero 44 sono stati sviscerati e quasi "psicanalizzati", e il campione è stato persino etichettato come maleducato per il tono con cui rispondeva; anche Adami non è stato esente da critiche. Lewis Hamilton ha difeso il suo operato già a Melbourne, ma si è trovato a rispondere ad accuse simili anche ai microfoni di Sky UK a Shanghai: "Tutti da fuori hanno esagerato la situazione, era una normale conversazione. Io sono stato gentile nei miei suggerimenti, gli ho detto "Lasciami in pace per favore", non l'ho mandato a fa***lo, non ho detto parolacce. In quel frangente stavo faticando con la macchina e avevo bisogno di concentrarmi su un paio di cose. Dobbiamo ancora conoscerci. Riccardo ha lavorato con altri due campioni del mondo e altri piloti in passato, non ci sono problemi tra di noi, abbiamo gestito bene il 90% dei problemi. Anche io e Bono ci abbiamo messo anni per conoscerci".
Il britannico ha poi lanciato anche una stoccata ai media, puntando il dito sulla relazione tra Lambiase e Verstappen, da sempre molto accesa: "Andate a sentire le conversazioni tra gli altri piloti e i loro ingegneri, sono molto peggio. Basta vedere a come ha detto Max al suo ingegnere nel corso degli anni, quel pover uomo se ne è sentite di tutti i colori. Voi non parlate mai di lui, ma analizzate le mie più piccole conversazioni".
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