A volte non serve una grande impresa per fare un passo avanti. Basta resistere, imparare, restare in corsa. E in un Gran Premio del Bahrain segnato da strategie complicate, degrado gomme e una battaglia serrata già a partire dalla seconda posizione, la Stake F1 Team KICK Sauber ha scelto proprio questa via: quella della pazienza.
Sotto le luci di Sakhir, Nico Hülkenberg ha chiuso in 15ª posizione - poi diventata 13ª grazie a penalità altrui - mentre Gabriel Bortoleto ha vissuto una domenica più difficile, che ha comunque permesso al team di comprendere meglio la direzione da prendere per il futuro.
La gara dei due piloti Sauber si è sviluppata su binari diversi. Da una parte Hulkenberg, autore di una corsa ordinata nonostante un contatto nelle fasi iniziali. Dall’altra, Bortoleto, alle prese con una monoposto nervosa e poco collaborativa nel traffico.
"È stata una lunga domenica al muretto", ha raccontato il team principal Jonathan Wheatley. "Abbiamo provato diverse soluzioni, ma non siamo riusciti a dare a Gabriel il ritmo necessario per superare. Nico, invece, ha gestito bene e, grazie ad alcune penalità date ad altri davanti a lui, ha portato a casa un 13°. Abbiamo chiuso la gara vicini alla zona punti e abbiamo capito dove c'è bisogno di lavorare".
Nico Hülkenberg non ha nascosto le difficoltà di un weekend che è stato complicato fin dall’inizio: "La partenza non è stata granché. Sono stato spinto largo in curva 2 e da lì mi sono ritrovato ultimo. Abbiamo fatto una scelta aggressiva con la strategia che ci ha costretti a due stint lunghi. È stata una gara in salita, questo circuito ha esposto i nostri punti deboli, ma ci sono lezioni importanti da portare a casa". Un Hülkenberg lucido, consapevole che su un giro secco la C45 ha del potenziale, ma che sul passo gara c’è ancora molto da migliorare.
Anche per Gabriel Bortoleto il weekend del Bahrain è stato uno scoglio difficile da superare. "È stato frustrante, soprattutto dopo la Safety Car. Avevo gomme medie contro avversari con le hard, ma non riuscivo comunque a trovare il grip per passare". Un pomeriggio complicato, ma non da buttare: "Abbiamo visto qualche segnale incoraggiante sul passo. Dobbiamo analizzare bene tutto e arrivare pronti a Jeddah".
Il trittico asiatico volge al termine con la tappa a Jeddah. Un circuito veloce, tecnico, in cui la fiducia nel pacchetto sarà fondamentale. In casa Sauber lo sanno bene: la strada è ancora lunga, ma ogni chilometro, ogni stint, ogni scelta strategica è un mattoncino verso qualcosa di più solido. Perché, a volte, serve solo tempo. E la pazienza, si sa, è una virtù che contraddistingue un team che vuole crescere.
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