Adrian Newey e la sfida 2026: libertà nascosta tra le righe del regolamento
14/05/2025 12:00:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Adrian Newey ha fatto il suo ingresso in Aston Martin con il titolo di Managing Technical Partner, portando in dote un’esperienza tecnica e una visione progettuale difficilmente eguagliabili nella storia della Formula 1. La sua figura, capace di coniugare approccio olistico e competenze ingegneristiche straordinarie, rappresenta un punto di svolta nel progetto voluto da Lawrence Stroll. In una lunga intervista pubblicata direttamente dalla squadra, Newey affronta temi centrali come l’evoluzione regolamentare, il ruolo dei piloti nello sviluppo e il suo metodo di lavoro. Abbiamo scelto di suddividere l'intervista in quattro articoli tematici per valorizzare ogni sfumatura del suo pensiero. Nel primo abbiamo analizzato il suo nuovo ruolo e la visione condivisa con Lawrence Stroll, in questo useremo le sue parole per parlare della prossima rivoluzione regolamentare.

La stagione 2026 si profila come uno dei più grandi turning point della storia recente della Formula 1: per la prima volta, le normative tecniche su telaio e motore cambieranno contemporaneamente. E per chi, come Newey, ha fatto della lettura creativa del regolamento un’arte, si apre una nuova era di opportunità e incognite.

“Quando ho iniziato a leggere le regole 2026, ho pensato: sono troppo prescrittive, non c’è spazio per innovare. Ma più scavavo, più mi rendevo conto che c’è più flessibilità di quanto sembri”, afferma Newey. Una situazione simile a quanto accaduto nel 2022, quando i team intrapresero strade molto diverse all’interno di un regolamento apparentemente rigido. “È stato bello vedere quella varietà. Poi, certo, le soluzioni si sono via via allineate. Ma all’inizio c’era vera diversità, e credo che vedremo qualcosa di simile nel 2026”.

Questa volta, però, l’elemento distintivo sarà la combinazione tra nuovi vincoli aerodinamici e una nuova generazione di power unit. “È interessante. E un po’ spaventoso. Non era mai successo che le due aree cambiassero insieme. L’aerodinamica e il motore si evolveranno in parallelo, e ci saranno divergenze prestazionali tra le squadre, specie nei primi anni”.

Per Newey, questa è anche una sfida di pianificazione. Le risorse sono limitate: “Il budget cap impone scelte. Non si possono esplorare tutte le vie, bisogna individuare quelle più promettenti e concentrarci lì. Il rischio, naturalmente, è di lasciare per strada l’intuizione giusta”.

Una delle aree che richiederà maggiore potenziamento è quella aerodinamica: “Il nostro reparto aero deve crescere. Ma nel frattempo dobbiamo usare con intelligenza ciò che abbiamo. Talvolta un’idea sembra poco promettente all’inizio, ma nasconde un grande potenziale. E serve esperienza per capire quando insistere e quando fermarsi”.

La sua esperienza è proprio ciò che lo rende fondamentale in questo processo: “Non mi piace dire a un ingegnere di abbandonare una direzione, ma stavolta i tempi impongono anche scelte dolorose. Serve una guida forte”.

Il 2026 segnerà anche l’inizio della partnership ufficiale con Honda come fornitore di motori. Per Newey si tratta di una garanzia: “Ho grande rispetto per Honda. Hanno saltato un anno e devono recuperare un po’ di terreno, ma sono un’azienda guidata dall’ingegneria, e so cosa possono fare”.

Nel frattempo, sul design della sua prima Aston Martin firmata Newey, il genio inglese si limita a sorridere: “Immagino sarà verde”, scherza. Ma dietro questa battuta, si cela l’attesa per una vettura che potrebbe rappresentare una nuova rivoluzione tecnica.

Leggi anche: Verstappen-Aston Martin? La squadra rafforza la tesi del dream team con Alonso e Newey

Leggi anche: Newey: «Non si tratta di immaginare il futuro. Si tratta di costruirlo»


Tag
adrian newey | regolamento 2026 | aston martin |