Ci sono piloti che fanno fatica a prendersi lo spazio che meritano. Nonostante l'impegno e la costanza, il loro nome non fa rumore, le loro prestazioni non accendono i riflettori. Isack Hadjar, in questa prima parte di stagione, sta navigando silenziosamente tra risultati solidi e una crescente maturità. Il rookie francese convince in pista, ma i suoi progressi continuano - ingiustamente - a passare sotto traccia.
Nella sua scalata verso la Massima Categoria, le opinioni attorno al francese, non erano dei migliori. Le critiche riguardavano la sua personalità in pista, considerata troppo aggressiva e poco collaborativa. Numerosi i team radio segnalati nella passata stagione in Formula 2, con un Hadjar che, affamato di vittorie, non si risparmiava col proprio muretto, spesso con comunicazioni "infuocate".
La battaglia con Bortoleto per il campionato si è conclusa all'ultima tappa del mondiale, ad Abu Dhabi. Il brasiliano si è aggiudicato il titolo per pochissimi punti di vantaggio, e la delusione di Hadjar è stata evidente. Tuttavia, la promozione in F1 gli ha fatto tornare il sorriso in fretta. Insieme a Tsunoda, il francese era pronto a iniziare una nuova e importante sfida: farsi spazio tra i migliori piloti al mondo.
Melbourne non evoca bei ricordi: dopo un buon piazzamento in qualifica, un errore nel giro di formazione - complice la pista bagnata e la poca esperienza - costringe Hadjar al ritiro. L’amarezza per l’accaduto è forte, ma non mancano i messaggi di supporto da parte dei colleghi. A colpire il pubblico è stato in particolare l’abbraccio con Anthony Hamilton, che ha voluto mostrare la sua vicinanza al giovane francese.
Chi l’avrebbe mai detto che proprio quell’errore avrebbe segnato l’inizio di una svolta? A partire da Shanghai, Hadjar ha mostrato una crescita costante, gara dopo gara, mettendo in evidenza una maturità sorprendente e centrando risultati di rilievo. Su nove gare disputate, in cinque è andato a punti, restando costantemente davanti a Lawson, retrocesso in Racing Bulls
Dopo questa tripletta d'appuntamenti, la Formula 1 ritorna in pista la prossima settimana in Canada, decimo round della stagione. È lecito iniziare a tirare le somme sull'andamento dei team e dei piloti. Se è pur vero che gli attuali rookie in griglia fanno parte di team con prestazioni nettamente diverse fra loro, Hadjar sta passando - inspiegabilmente - inosservato per il suo grande lavoro.
Il francese sta dimostrando grande consistenza e rapidità d’adattamento. Non ha avuto l’exploit mediatico di Bearman o Antonelli, ma ha saputo crearsi il suo spazio all’interno della griglia. Solido, affidabile e determinato, i numeri ottenuti parlano da sé. E se in Red Bull il nome di Tsunoda inizia a scricchiolare, le possibilità d’ingresso per il francese nel team austriaco nel 2026, non sono così lontane.
Ma al momento, bisogna pensare a far bene in pista, continuare a crescere e avanzare in classifica. E chissà, magari proprio ad Abu Dhabi, saremo qui a scrivere di quanto abbiamo sottovalutato il buon Hadjar: un’inaspettata rivelazione del mondiale 2025.
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