Sono passati ormai 9 anni da quando un giovane ed esuberante Max Verstappen debuttò con la Red Bull al Gran Premio di Spagna, facendo intuire che la sua promozione dalla Toro Rosso non era tanto una bravata o un rischio, ma che dietro quel viso sbarbato c'era del talento. E i quattro Mondiali e le 65 vittorie ottenute in seguito hanno confermato che Marko e Horner ci avevano visto lungo.
In questo periodo, l'olandese è diventato parte integrante di Milton Keynes, plasmando l'ambiente quasi a sua immagine e somiglianza. In un primo istante era solo sull'aspetto tecnico, tanto che molti criticavano la squadra chiamandola "Max bull", perchè indubbiamente lui era il pilota di punta. Specialmente negli ultimi mesi, però, è emerso in modo ancora più evidente che i suoi numeri non erano dovuti solo alla monoposto, ma anche alle sue abilità in pista. Basta pensare che in questo 2025, senza di lui la Red Bull sarebbe penultima nel Costruttori.

Le sue prestazioni in pista lo hanno fatto diventare col tempo una pietra angolare del team, e la sua influenza si è spostata anche sulla sfera politica. Negli ultimi mesi di tempesta, molto spesso il suo entourage ha fatto da ago della bilancia nelle varie liti tra Horner e Marko, tra la Red Bull thailandese e quella austriaca; ad esempio, a marzo dello scorso anno il team principal era pronto a lasciare a casa il superconsulente, ma la minaccia di Verstappen di abbandonare ha fatto saltare il tutto. La sua figura ha giocato anche un ruolo nel licenziamento di Christian Horner, sebbene si debba ancora chiarire quanto abbia influito: non è un segreto, infatti, che Jos Verstappen non andasse più d'accordo con il capo britannico, e probabilmente qualche sua minaccia dietro le quinte ha spinto Mintzlaff ad allontanare lo storico team principal.
Nell'ultimo periodo si è parlato molto di un eventuale passaggio di Verstappen in Mercedes, ma dopo il trabusto causato in Red Bull è più probabile che rispetti il suo contratto. Ora la squadra è veramente casa sua, che agisce sotto il suo comando. Passare in un'altra realtà, con una gestione più complessa essendo comunque sotto una famossisima casa automobilistica, non gli garantirebbe la stessa libertà, lo stesso potere. E un carattere come il suo non può essere domato dai "piani alti".
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