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Il giapponese ha attribuito le sue difficoltà a problemi di bilanciamento della RB21, assumendosi anche parte della responsabilità. Tuttavia, il tema ricorrente è la pressione del secondo sedile in Red Bull, dove nessuno — da Gasly ad Albon, da Perez a Ricciardo — è riuscito a reggere il confronto con Max Verstappen.
Gasly, che ha vissuto in prima persona la sfida di affiancare il campione olandese nel 2019, ha mostrato empatia per Tsunoda:
“Sì, ho parlato con lui in anticipo. Penso che quando si tratta della seconda vettura veniamo tutti messi nello stesso calderone. Ma per me le cose erano molto diverse rispetto a quelle di Alex o di Perez. Non mi dilungherò troppo su questo argomento. Chiaramente, qualcosa non funziona per Yuki. Spero solo per lui, come amico, che in qualche modo le cose si sistemino”.
Gasly ha anche commentato le speculazioni sul futuro di Verstappen, sempre più accostato alla Mercedes. Per il francese, non c’è nulla di sorprendente:
“Max è senza dubbio il miglior pilota in griglia. Ogni pilota vuole la migliore vettura disponibile e al momento non è quello che ha. È normale che stia valutando le sue opzioni”.
Gasly ha poi chiarito la sua posizione in merito a un possibile ritorno in Red Bull:
“Corro per l'Alpine e voglio vincere con l'Alpine”.
Le parole di Gasly offrono uno sguardo sincero sulle difficoltà che molti piloti affrontano nel sistema Red Bull e sulla pressione che comporta affiancare Verstappen. Allo stesso tempo, il francese non nasconde la sua lealtà verso Alpine, mentre il paddock continua a interrogarsi sul futuro del campione del mondo.
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