Nonostante un avvio di stagione da dimenticare, una gestionale manageriale e sportiva instabile, con la squadra ferma in fondo alla classifica costruttori, Alpine continuerà il proprio percorso in Formula 1. A confermarlo è stato François Provost, nuovo CEO del gruppo Renault, intervenuto per la prima volta pubblicamente dalla sua nomina. Un annuncio atteso, che mette almeno a tacere le indiscrezioni su un possibile disimpegno del colosso francese dal Circus (dopo aver già rinunciato a produrre i propri motori).
I rumors si erano moltiplicati dopo l’addio di Luca de Meo lo scorso giugno. La scelta, già ufficializzata lo scorso anno, di abbandonare lo status di costruttore e diventare cliente Mercedes dal 2026, aveva alimentato il sospetto che Alpine fosse intenzionata ad abbandonare la F1. Rinunciare a produrre i motori è stata una decisione non facile per una casa costruttrice, giustificata con la volontà di restare competitivi e mantenere una sostenibilità economica del progetto nel prossimo ciclo regolamentare, scelta che comunque per molti è apparsa come un passo indietro.
In realtà, ha spiegato Provost durante la conferenza stampa sui risultati semestrali del gruppo, “la Formula 1 resta centrale nella nostra strategia Alpine”. E con queste parole ha chiuso, almeno per ora, le speculazioni sul futuro del team di Enstone.
Se sul fronte societario è arrivata una "rassicurazione", resta invece preoccupante la situazione tecnica e organizzativa della scuderia. Il team ha vissuto l’ennesimo terremoto con l’uscita di scena di Oli Oakes, rimpiazzato de facto da Flavio Briatore, tornato in orbita F1 dopo anni di assenza. L’ex manager di Benetton e Renault è ora il referente diretto di Provost, ma l’effetto ristrutturazione – almeno per ora – non ha portato a una svolta immediata.
Al termine delle prime 13 gare, Alpine è ultima in classifica con 20 punti, ben lontana dalla nona posizione della Haas (35). Eppure, qualcosa sembra essersi mosso. Pierre Gasly, nelle ultime gare, ha mostrato un passo più convincente e una maggiore costanza, offrendo qualche spunto positivo su cui lavorare. Niente di clamoroso, certo, ma abbastanza da intravedere un minimo di reazione. Anche perché, per un marchio come Alpine (Renault), galleggiare nelle retrovie non rappresenta il rientro d'immagine desiderato, tanto più se consideriamo che dal prossimo anno saranno presenti in F1 brand come Audi e Ford.
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