Helmut Marko è la figura che si occupa della gestione dei piloti in casa Red Bull. Ormai da molti anni gestisce il programma giovanile della squadra, per cui la scoperta di grandi talenti come Sebastian Vettel o Max Verstappen è da attribuire a lui. Tuttavia i suoi metodi sono stati spesso etichettati come crudeli, ed hanno portato a non poche discussioni, sia all’interno del paddock che sui social media.
Durante un’intervista ad F1 Insider, Marko ha affermato: “In realtà sostengo ancora quelle decisioni. Più del 95% dei piloti che non sono rimasti nel nostro programma, sono andati a correre in Formula E, nel WEC, nel DTM o da qualche altra parte”.
“Non sono dilettanti, ma professionisti che guadagnano bene, spesso di più rispetto ad un lavoro comune. Possono fare ciò che amano di più, ovvero correre, ed in molti casi questo è possibile, in parte, dal nostro supporto”, ha aggiunto.
“La Formula 1 è l’apice del motorsport. Non richiede solo talento, ma anche qualità speciali, una certa mentalità e forza fisica”. Insomma, secondo Helmut Marko un posto in Formula 1 è un privilegio che i piloti devono sapersi guadagnare, e se dopo un "periodo di prova" non sono ritenuti all’altezza, allora quello non è il posto giusto per loro.
Attualmente i due sedili della Red Bull sono occupati da Max Verstappen e Yuki Tsunoda, anche se quest’ultimo sta riscontrando maggiori difficoltà con la vettura, mentre la Racing Bulls (team junior della Red Bull) ha schierato Isack Hadjar e Liam Lawson. Se le prestazioni di Tsunoda continueranno così durante la seconda metà di stagione, possiamo aspettarci una (ulteriore) sostituzione di pilota.
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