Odio online, diritti e Formula 1: la FIA secondo Ben Sulayem
12/09/2025 19:45:00 Tempo di lettura: 10 minuti

Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, é volato a Stoccolma per guidare la conferenza “United Against Online Abuse”, un’iniziativa nata per combattere l’odio digitale nello sport. Figura controversa e spesso criticata, il capo della FIA ha sottolineato l'importanza di proteggere la comunità motoristica da attacchi di questo tipo. Tra riflessioni e punti di vista differenti, Ben Sulayem protegge la sua visione: uno sport più inclusivo, responsabile ma soprattutto aperto al cambiamento.

 

La campagna fondata dall'attuale presidente della FIA nel 2022

 

 

Odio online, diritti e Formula 1: la FIA secondo Ben Sulayem


Ben Sulayem si trova a Stoccolma per partecipare a una conferenza sull'odio online nello sport. La campagna United Against Online Abuse (UAOA) é stata fondata dallo stesso Ben Sulayem nel 2022, dopo che una collega aveva ricevuto gravi minacce contro di lei e la sua famiglia. Queste le sue parole in merito:

 "Ho sentito che da qualche parte bisogna tracciare una linea e iniziare ad agire. É estremamente difficile, ma tutto ciò che viene creato da un essere umano può anche essere distrutto da un essere umano".


C'é una soluzione a un problema che andando avanti si sta presentando sempre più spesso. Per Ben Sulayem, la soluzione  é che i diversi settori inizino a lavorare insieme per educare le nuove generazioni. A lungo termine, egli auspica anche l'applicazione di pene più severe per chi espone gli altri a minacce e odio. Nel motorsport, ritiene che i piloti svolgano un ruolo importante in questo senso:
 

"Ho detto loro che sono responsabili. Se ricevi più di cento milioni di dollari all'anno, devi proteggere lo sport che si è preso cura di te. Io stesso sono stato un pilota, ma allora non c'erano i social media e quindi non ho fatto nulla. Ma ora, come pilota, non é solo un obbligo verso di te e lo sport, ma verso l'intera società e l'umanità. É questo che rende lo sport così potente".

 

Le critiche dei media a Ben Sulayem


Mohammed Ben Sulayem ha assunto la carica di presidente della FIA nel dicembre 2021, prendendo il posto di Jean Todt, che aveva ricoperto il ruolo dal 2009. Durante il suo mandato, lo stesso Ben Sulayem è stato oggetto di pesanti critiche. Spiega ciò che é accaduto a lui, riconoscendo che ogni persona può reagire in modo diverso:


"Non tutti hanno una forte personalità. Non tutti sono come me, non sono come gli altri. Ma io affronto le cose in modo diverso. Lo affronto da persona responsabile. Penso che se lo capisco io, lo capiranno anche gli altri. Quindi cerchiamo di risolvere il problema. Ma é orribile. Purtroppo, non sempre si tratta di persone che si nascondono dietro a schermi, a volte sono giornalisti che vogliono vendere più giornali. Non ho mai visto nessuno più brutale dei media britannici. Sono così orgogliosi e dicono "ahhh, siamo così potenti che siamo riusciti a far dimettere il nostro Primo Ministro". É davvero un successo? Un Paese senza primo ministro per molto tempo non é un bene. Si tratta del bene del popolo. Ciò che ha ricevuto maggiore attenzione da parte dei media è la sua decisione di vietare le parolacce. Il campione del mondo in carica di Formula 1 Max Verstappen é stato punito con i lavori socialmente utili in Ruanda dopo aver usato le parolacce durante una conferenza stampa". 

 

Critiche alla FIA: invenzione o realtà?


La FIA é stata anche accusata di sportswashing, un termine usato per descrivere il modo in cui diversi paesi usano lo sport per migliorare la propria reputazione. Il calendario della Formula Uno comprende Bahrein, Arabia Saudita, Azerbaigian, Cina, Qatar e Abu Dhabi, tutti paesi che sono stati criticati per la loro situazione dei diritti umani. Nel frattempo, nel 2022 la FIA ha introdotto una regola che vieta ai piloti di esprimersi su questioni politiche senza la preventiva autorizzazione della federazione. Anche se, a pensarci bene, così si impedisce a una persona di esprimere il proprio pensiero. Ma Ben Sulayem ha spiegato così il perché quei paesi siano parte del calendario delle gare del mondiale:


"Se ogni volta che scegliamo un Paese pensiamo di non andarci a causa di questo o quello, allora forse dovremmo tornare qui in Svezia e avere tutto? Non mischiamo religione e politica, per noi si tratta di persone e di sport motoristici. Ma non porteremmo mai la nostra gente in luoghi non sicuri. Abbiamo cancellato molti eventi proprio per questo motivo". 

 

Questo problema é stato affrontato ancora di più nel marzo 2022, quando è scoppiato un grande incendio vicino alla pista di Formula 1 di Gedda. Si é rivelato un attacco a un deposito di petrolio, poi rivendicato dai ribelli Houthi dello Yemen. Nonostante ciò, il GP dell'Arabia Saudita si è svolto come previsto il giorno successivo:


"Era la mia prima gara. Ma i piloti potevano scegliere. Ho detto loro: se pensate di essere in pericolo di vita, andate. Ma poi, secondo le regole, il presidente può proporre ai piloti di Formula 2 di guidare al loro posto. E quando l'hanno saputo, non sono più voluti andare.
Tuttavia, un Paese in cui la FIA ha interrotto le gare é la Russia. Da quando è scoppiata la guerra, le gare previste in quel Paese sono state cancellate. Per essere chiari, è stata la FOM (Formula One Management, la società che possiede e controlla i diritti commerciali e organizzativi della Formula Uno) a prendere questa decisione. Ci sono state pressioni sulla FIA per segnare e fermare le gare in Russia, ma ho detto che non avrei infranto le regole per nessuno". 

 

Voglia di un 12° team in Formula 1


A dicembre si terranno le elezioni del nuovo presidente della FIA, con Ben Sulayem che durante il suo mandato ha visto crescere di anno in anno l'interesse per la F1. Infatti, spera di continuare a ricoprire il suo ruolo anche l'anno prossimo. Ora spetta ai membri decidere se ha realizzato quanto promesso quando è stato eletto per la prima volta quattro anni fa:

"La FIA non era in una buona situazione quando sono subentrato. Non ne faccio una colpa a nessuno, tanto non si può cambiare il passato, ma ora é chiaro che abbiamo superato la situazione finanziaria. Quindi ritengo che abbiamo fatto molto fino ad ora, ma c'è ancora molto da fare".

Cambiando argomento, c'é una questione che lo ha appassionato da sempre, ovvero l'introduzione di un undicesimo team sulla griglia di partenza della F1. Dalla prossima stagione, la Cadillac parteciperà alla categoria, ma non é stato facile arrivarci. 


"Ho trascorso due anni della mia vita a spingere per un undicesimo team. Ma sono stato attaccato, anche nel giorno in cui mio figlio è morto".
 

Infatti, secondo il regolamento in una gara di Formula Uno possono partire fino a 26 vetture. Ciò significa 13 squadre sulla griglia di partenza. L'amministratore delegato della Formula 1 Stefano Domenicali ha recentemente avvertito che non c'è "spazio" per altre vetture. Tuttavia, secondo Mohammed Ben Sulayem, questo non è vero:


"Il mio caro Stefano appartiene al lato commerciale. Io appartengo al lato sportivo. Lui é l'amministratore delegato di un'azienda e capisco che debba pensare all'economia. Più squadre significa più persone che vogliono mangiare la stessa torta. Abbiamo bisogno di un'altra squadra? No, non ci serve. Abbiamo bisogno della squadra giusta, non si tratta di quantità, ma di qualità, il che renderebbe le cose molto interessanti. Perché la Cadillac era quella giusta? Hanno seguito il giusto processo. Non sono stati scelti solo in base al marchio o al nome. La FIA ha esaminato tutto e loro hanno risposto a tutte le domande. Noi scegliamo solo i migliori".

 

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Foto copertina x.com

Foto interna x.com


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