Pochi mesi sono passati da quando l'intero paddock della F1 è stato scosso dalla notizia dell'addio di Christian Horner alla Red Bull. Una mossa clamorosa, quasi un fulmine a ciel sereno, che ha chiuso un’era durata venti stagioni e che ha portato il team di Milton Keynes a perdere il team principal che, dal nulla, lo aveva portato ad essere sempre nelle prime posizioni e a vincere a raffica.
La sorpresa è stata ancor maggiore perché Horner ha lasciato da vincente la squadra, con l'ultimo titolo conquistato nel 2024 con Max Verstappen. Ma forse proprio l'olandese, l'uomo che più di tutti ha dato al team anglo-austriaco, è stato il fattore che, minacciando un suo possibile addio, ha spinto i vertici Red Bull a "cacciare" Chris Horner. Si è scelto di non perdere l'asset più pregiato del team, l'uomo capace di tenere in vita una squadra che, dallo scorso anno, ha perso via via il suo smalto.
Sin dal suo addio alla Red Bull, però, sul futuro di Horner si è fatto un gran parlare, dato il suo valore e la sua esperienza. Il toto squadre è già iniziato.
La scorsa settimana la testata "F1-insider" ha lanciato la notizia bomba secondo cui la Ferrari sarebbe interessata a Christian Horner, nonostante il team principal Vasseur sia stato confermato al vertice della Scuderia a fine luglio. Un ripensamento, per ora ipotetico, figlio delle pessime prestazioni della SF-25 e delle voci su possibili malcontenti interni al team, in cui pare mancare la coesione e la visione comune necessarie per uscire dalla crisi.
Uno stallo le cui sorti saranno decise dai risultati del finale di stagione, ma anche dalla velocità della monoposto del prossimo anno, figlia di una nuova era regolamentare. Certo, in F1 cambiare un tecnico o un team principal non porta a risultati immediati (e a Maranello dovrebbero averlo imparato...), ma la suggestione di portare l'inglese a Maranello resta forte. Non tanto per il presente claudicante del team, quanto per il valore dell'ex manager Red Bull e di ciò che è stato capace di costruire da zero in Gran Bretagna: team principal e CEO di successo, ma anche a capo di Red Bull Technologies e Red Bull Powertrains, che renderà la squadra "bibitara" un costruttore a tutti gli effetti.
Un ruolo che aveva portato Horner ad avere un’ambizione di sempre maggiore autonomia decisionale, inconciliabile con lo scenario ipotetico che troverebbe a Maranello. Un suo ingresso nell’azionariato del team è da escludere, e l'unica molla che potrebbe spingerlo ad accettare la Rossa sarebbe la sfida leggendaria di riportare la Ferrari al vertice, degna del suo nome e della sua storia.
Una sfida che, secondo molti, Christian potrebbe non affrontare da solo, ma con l’appoggio di tecnici di Milton Keynes pronti a seguirlo in una nuova avventura. Una situazione che richiederebbe una profonda riorganizzazione del team e l'innesto di uomini nuovi in aree nevralgiche. E la Ferrari si inserirebbe perfettamente in questo scenario, anche più di un team da acquistare e rifondare come Horner aveva ipotizzato di fare per replicare il modello Red Bull. Pur consapevole che, anche con enormi sforzi, i risultati potrebbero non arrivare nel medio termine — come dimostra la storia recente dell'Aston Martin — la posta in gioco e i nomi coinvolti potrebbero portare entrambe le parti a valutare un’operazione storica, che fino a poco tempo fa sarebbe stata bollata come pura fantascienza.
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