Ancora lui, ancora Vettel, ancora Red Bull. A Suzuka è andata in scena la quinta vittoria consecutiva del tedesco, un piccolo record che ancora paradossalmente non gli apparteneva, un altro sigillo testimonianza di una forza che non conosce pari tra i partecipanti delle gare del Circus di Formula 1. Non è stata, però, una vittoria del tutto scontata: nella prima metà di gara i dubbi sull’esito della corsa c’erano e non tutti avrebbero scommesso sulla forza della Red Bull sulla distanza. Al via una favolosa partenza di Romain Grosjean ha portato la Lotus in prima posizione per oltre metà gara, nutrendo le speranze di una vittoria che tutto sommato sarebbe stata davvero meritata, sia per la vettura che per il pilota, a quanto pare ora lontano dalla tendenza ai guai dimostrata la scorsa stagione.
Lo scatto felino del francese ha bruciato tutti, compreso proprio Vettel, che stavolta non è stato autore di una delle sue brillanti partenze. Ad essere un po’ detrattori del tedesco si può dire che senza una partenza in pole e senza poter fuggire subito alla prima curva Sebastian non appare così invincibile e irraggiungibile. Questa considerazione, però, ha avuto oggi un valore relativo, perché comunque la superiorità del duo macchina-pilota è riuscita ad emergere ugualmente e portare a casa l’ennesimo successo, quello che ormai possiamo definire del KO (la matematica non gli dà il titolo ma bastano pochissimi punti da conseguire in quattro gare, ammesso che Alonso riesca a vincere sempre d’ora in avanti: pura fantasia).
Questo Vettel “a corrente alterna” è risultato comunque il fulmine che ha bruciato tutti, anche Mark Webber. Sì, perché l’australiano, poleman a Suzuka, è riuscito a stargli davanti per parecchio tempo ma non per tutto il gran premio. Complice una strategia differenziata tra i piloti di casa Red Bull (roba che obiettivamente non si vede spesso): tre soste per Webber, una in meno per Vettel. Differenza importante che ha impedito a Mark di arrivare al trionfo, pur avendo montato le gomme option (mescola media, la più morbida qui) nel finale per andare a caccia prima di Grosjean e poi dello stesso Vettel. Missione compiuta a metà, dal momento che negli ultimi atti Mark è riuscito a sopravanzare solo la Lotus dopo averci perso parecchio tempo in coda…
Fernando Alonso è giunto ai piedi del podio, con una quarta posizione che più di questo non poteva essere e con la certezza quasi definitiva di poter rivolgere il pensiero alla prossima stagione, in termini di vittoria. Già, poiché la Ferrari comunque sta lottando per il secondo posto in entrambi i campionati e questa posizione va mantenuta a tutti i costi: prestigio e, ovviamente, premi in denaro. Incredibile la gara delle Sauber, che si confermano ancora molto competitive: Hulkenberg si è tenuto dietro ancora una volta le Rosse per un po’ di giri. Gutierrez, invece, ha colto un settimo posto e con questo, finalmente, i primi e sospirati punti iridati, ossigeno per la classifica dei team non-top. Kimi Raikkonen ha concluso quinto dopo alcuni sorpassi stupendi e una gara in rimonta come quella di Alonso.
Tra due settimane si va in India, dove Sebastian Vettel partirà con novanta punti di vantaggio su Alonso e dove il tedesco ha sempre vinto (dalla prima edizione, anno 2011). Nell’appuntamento indiano Vettel ha ampi margini per vincere il titolo con la matematica: gli basta una vittoria con Alonso oltre il secondo posto, scenario molto plausibile. Anche la Red Bull è quasi campione e potrebbe diventarlo ancora sempre in India: le mancano solo 24 punti nel campionato Costruttori. Curioso notare come Vettel abbia sempre vinto i suoi titoli in circuiti differenti: Abu Dhabi nel 2010, proprio Suzuka nel 2011 (con alcune gare d’anticipo), Interlagos nel 2012 e con ogni probabilità India quest’anno. Forte più di tutto e più di tutti.