Cominciamo con una doverosa premessa. A mio avviso quello di domenica poteva essere etichettato come incidente di gara, può anche starci la penalità ma niente di più.
In questo caso l'attenzione cade sulle contraddizioni in cui spesso cadono i piloti quando via radio o nelle interviste appena scesi dalla monoposto, magari con l'astensione ancora in circolo. Contraddizioni in cui spesso cade anche Lewis, abilissimo anche nella guerra psicologica contro gli avversari.
"Non dovresti essere in grado di finire davanti a qualcuno che hai fatto fuori"
Quindi secondo Lewis un pilota che distrugge la gara di un altro pilota attraverso un errore non dovrebbe essere autorizzato a finire davanti a quel pilota.
Almeno, questa era la sua opinione nel 2018 al Paul Ricard, quando Sebastian Vettel su Ferrari ha recuperato per finire davanti a Valtteri Bottas dopo aver colpito il finlandese all'inizio della gara. Entrambi hanno raccolto danni in quell'occasione, con Vettel che ha anche ricevuto una penalità di tempo. Il pilota della Ferrari ha recuperato per finire quinto, con Bottas in settima posizione alla bandiera a scacchi.
"In definitiva, quando qualcuno distrugge la tua gara per un errore e subisce solo una specie di colpetto sulla mano in realtà, e gli è permesso di tornare in pista e finire comunque davanti alla persona che ha fatto fuori, la punizione non pesa", ha detto sempre Hamilton dopo quella gara.
"Non dovresti davvero essere in grado di finire davanti a lui se lo hai tolto dalla gara".
Hamilton e Verstappen si sono scontrati a Silverstone domenica, con il pilota della Mercedes che ha recuperato fino alla vittoria dopo aver ricevuto una penalità di dieci secondi mentre l'olandese è stato portato in ospedale per controlli precauzionali. Parlando dopo la gara, Hamilton ha detto che non sentiva di doversi scusare per lo scontro.
"Non credo, per quello che so adesso, di essere nella posizione di dovermi scusare per qualcosa. Siamo là fuori a correre", ha detto.
"Ci sono 2.000 persone che lavorano incredibilmente duro nella mia squadra. Non si tratta solo di me, naturalmente. Naturalmente, ho già detto che questo non è quello che voglio che accada in gara. Penso che sia importante per tutti noi essere tranquilli... fare un passo indietro. Sono sicuro che le emozioni stanno correndo alte lì e so cosa significa perdere punti all'interno di una squadra ed essere in quella posizione. Quindi, non mi sento di scusarmi in nessun modo."
Doveroso è però ricordare anche che per ben due volte, nel giro di rientro ai box con regime di bandiera rosse, Lewis ha chiesto via radio "Come sta Max?".
La polemica ha ovviamente spaccato in due l'opinione degli appassionati, probabilmente la Formula 1 è semplicemente anche questo.
Articolo originale su racingnews365.com