L’ex compagno dissemina consigli per battere Hamilton: Rosberg? Il 2016 lo ha quasi ucciso

Essere compagni di squadra di Lewis Hamilton non è semplice per nessuno. Non lo è stato per Bottas, per Button, ma sicuramente non lo è stato soprattutto per chi aveva delle chance di batterlo. Sono i casi questi di Alonso (convivenza all’esordio del britannico in F1 al volante della McLaren) e di Rosberg (dal 2013 al 2016 in Mercedes).

Anche per Heikki Kovalainen, compagno di box del sette volte iridato nel 2008 e 2009 con il team di Woking, l’esperienza è stata piuttosto esasperante, anche se, come per sua stessa ammissione, il finlandese non ha mai avuto alcuna chance di vittoria contro di lui: “Durante la nostra convivenza sono riuscito ad eguagliarlo alcune volte durante tutta la stagione. Questo ha significato però spingere duramente in ogni sessione. Non avevo abbastanza margine nelle mie capacità per fare i tempi e arrivare ai risultati da lui conquistati. Non è stato facile.”

“È capace di esibirsi ad un livello così elevato che anche per super talenti come Verstappen questo richiede un grandissimo sforzo a livello di concentrazione ed energia. Quindi non è facile, non tutti sono in grado di gestire una sfida simile” ha detto alla trasmissione ‘talkSPORT’ del Regno Unito.

Heikki Kovalainen (foto: Twitter, Kovalainen)

La rivalità Hamilton-Rosberg

“Credo che Rosberg abbia dovuto attingere a tutti gli strumenti presenti all’interno della sua cassetta degli attrezzi per poter battere Lewis. Questo lo ha quasi ucciso. L'ha ammesso lui stesso, non avrebbe potuto fare un'altra stagione come quella o sarebbe morto" ha ricordato il finlandese.

"Forse uno dei motivi per cui sono sempre andato d'accordo con Lewis, specialmente quando ero il suo compagno di squadra, è che non sono mai stato una grande minaccia per lui" ha spiegato Kovalainen. "Con Rosberg, ad esempio, non andavano d'accordo e credo che uno dei motivi fosse che Nico è stato in grado di tenergli testa. Ha fatto sicuramente delle cose non belle, ma probabilmente erano necessarie per poter vincere il confronto finale”.

Foto: Twitter, Formula1