Metti, una sera a cena . . .
... Binotto e Leclerc. Uno l’antitesi dell’altro. Il primo, ingegnere, magari bravissimo a progettare super(fast)motori, ma con una visione strategica delle corse a due diottrie. Carismatico come un comodino dell’Ikea, assertivo come il bugiardino del …

11/07/2022 09:45:00 Tempo di lettura: 5 minuti

... Binotto e Leclerc. Uno l’antitesi dell’altro. Il primo, ingegnere, magari bravissimo a progettare super(fast)motori, ma con una visione strategica delle corse a due diottrie. Carismatico come un comodino dell’Ikea, assertivo come il bugiardino del valium, incarnazione perfetta del famoso detto di Badoer (Iacopo, non Luca).

Il secondo, pilota, uomo di squadra sin troppo educato. Autodefinitosi Mr Nessuno, con lui ogni curva diventa un gesto epico, ogni sorpasso un evento da tramandare ai nipoti, ogni pit-stop un’impresa eroica. A confronto, Neil Armstrong era un dilettante.

Se c’è una cosa che possiamo rimproverare a Charles è proprio l’eccessiva remissività: se vuole mettere bene in chiaro il suo ruolo all’interno della squadra deve sbattere i pugni, o in alternativa Sainz, giusto per rimettere le cose al proprio posto. Perché fino quando il figlio d’arte, nonostante le innumerevoli vaccate di inizio stagione, continua ad avere l’inspiegabile endorsement della dirigenza (o della parte spagnoleggiante di essa), nella famosa vasca dell’umiltà farà fatica ad entrarci da solo. Il suo amico Verstappen, tanto per avere una fonte di ispirazione, non si è certo fatto pregare a prendere a ruotate desaparecidos Ricciardo per confermare a Marko la bontà della propria scelta.

Dopo quella cena a Montecarlo, le cose non sembravano essere cambiate di molto, vedi l’utilissimo duello di sabato. Binotto, impegnato a difendere l’indifendibile, nel frattempo non si rendeva conto di essere preso per i fondelli da mezzo paddock e da altrettanto mondo social. Con queste premesse, nonostante la bontà della SF-75, pochi avrebbero scommesso che la Ferrari potesse sbancare “a casa loro”, e invece è successo l’imponderabile: tutto è andato nel verso giusto. Per Charles, ca va sans dire.

Ritiro Sainz, GP Austria 2022

Soprattutto il fiammeggiante ritiro di Sainz (8 per l’impegno) si è rivelato fondamentale: con un distacco di 37 punti e una gara in meno da disputare, forse Binotto arriverà a capire che anche la matematica dice di puntare tutto sulla macchina numero 16.

Dubitiamo invece che sia reso conto della gara di Leclerc (10 e lode), impeccabile fino a dieci giri dal termine. Poi si è trasformata in leggendaria: riuscire a vincere con il grave problema che lo ha afflitto ha del fenomenale e ci ha rimandato alla mente il compianto aviatore canadese (voto 10 alla memoria).

Finita la tessitura delle lodi di Charles, non resta che complimentarsi con il “prof” Verstappen (9) che ha ottenuto il massimo in una domenica dove la sua Red Bull era oggettivamente inferiore. Molto intelligente a non prendersi rischi nei tre sorpassi subiti da Leclerc, ha aspettato il momento buono per riaprire una gara che già al decimo giro sembrava segnata sul binario del terzo posto, arrivando ad un soffio dalla vittoria, ma, ciò che più conta, limitando al massimo i danni, grazie anche al punto addizionale del giro veloce.

Podio GP Austria 2022

Sul podio troviamo il volpone di Hamilton (9), concreto come sua abitudine, ma con il plus di una garra che negli anni passati riservava solo al compagno di squadra e quindi a nessuno. Alla faccia di chi gli vuole male, e pare che in Austria ce ne fossero molti, quantomeno stando alle stime dell’applausometro dell’educatissimo pubblico orange. Buono Russell (8), autore di una gara in costante rimonta, mentre il fortunello Ocon (7) continua a raccogliere molto più di quanto meriterebbe, ma gli va dato atto che si fa trovare sempre al posto giusto nel momento giusto.

Uno degli eroi di giornata è Mick Schumacher (8): chi l’avrebbe mai detto che un giorno sarebbe riuscito a mettersi dietro Magnussen (6)? E, come se non bastasse, ha tenuto a bada anche il distratto Norris (7), una delle vittime dei track limits. L’altra è Pierre Gasly (1), bisognoso, come ammesso dal diretto interessato, di una seduta psichiatrica: la sua gara è stata un incubo.

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