È un periodo dolceamaro, ricco di gioie ma anche di problemi, quello che stanno vivendo la Red Bull e il suo team principal Christian Horner. Da una parte a Milton Keynes non mancano i motivi per gioire, visto che sono stati appena conquistati, anche in maniere perentoria, i due titoli mondiali: quello costruttori e quello piloti con Max Verstappen. Allo stesso tempo, però, non mancano neppure i grattacapi, figli delle irregolarità appena rese note dalla FIA nella gestione del budget cap per la stagione 2021.
Una questione, quella del regolamento finanziario, davvero spinosa per il team campione del mondo.
Un team che, nella persona di Chris Horner si trova a gestire da una parte il patteggiamento con la Federazione Internazionale (conclusosi con ammissione di colpa, 7 milioni di dollari di multa e una riduzione delle ore da spendere in galleria del vento nel 2023) e dall'altra deve gestire le accuse e l'enorme pressione mediatica che arrivano dall'esterno, nella fattispecie dai team rivali e dai media.
Una gestione che, sino a questo momento ha fatto discutere e non poco, poiché le misure di tutela usate da Red Bull sono state molto dure, ad iniziare dal boicottaggio di alcuni media di rilevanza globale, come Sky. Non solo, perché nel difendere il suo team, il team principal austriaco ha usato parole durissime, tirando in ballo questioni che, oggettivamente, esulano dal mondo della F1, tanto che in occasione del GP degli Stati Uniti aveva dichiarato:
“Siamo vittima di una campagna mediatica studiata ad arte. Un campagna che porta i figli dei nostri dipendenti ad essere vittima di bullismo. La pena ricevuta è stata voluta dagli avversari, ma nemmeno se ci bruciassero la galleria del vento ci fermeremmo”,
Delle parole che, sia nell'immediatezza che nei giorni successivi hanno scatenato le più disparate reazioni da parte dei team e della stampa. Ed è proprio tra la stampa che c'è stata una delle reazioni più dure alle parole del boss Red Bull, per l'esattezza tra le colonne del Times, nell'editoriale a firma di Matthew Syed, che ha criticato aspramente Christian Horner, soprattutto per aver tirato in ballo questioni delicate che esulano dal mondo dello sport.
“Come osa Christian Horner, team principal della Red Bull, usare questioni delicate come il bullismo o la salute mentale per spostare l’attenzione dalla sua violazione delle regole sul budget cap?".
Argomentazioni che, secondo il giornalista britannico, sono state usate in modo inopportuno, non considerando la loro reale portata e che, inevitabilmente, danneggerebbero non solo la Red Bull ma anche l'intera Formula Uno.
"Horner può aver vinto sia il campionato piloti sia il campionato costruttori in questa stagione, ma con il suo comportamento sta danneggiando la sua squadra, in primo luogo, ma sta danneggiando anche l'intera Formula Uno".
Un'accusa molto dura, quella di Syed, che si conclude con un duro colpo alla persona di Horner, il cui comportamento lo porta a essere bollato come un perdente.
"Un comportamento in base al quale, pur rischiando il boicottaggio come avvenuto con altri media, può essere definito un perdente".
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