La trasferta Americana della Haas è stata oggettivamente impressionante, sicuramente non per i risultati in pista, ma per quel seguito rumoroso, imponente ed esaltante di tifosi che ha accompagnato la scuderia a stelle e strisce anche nei tanti eventi promozionali.
Dal servizio fotografico in un saloon all'adozione di una speciale livrea a stelle e strisce, la Haas ha abbracciato l'America, e l'America ha abbracciato la Haas e la F1.
Oltre ai flash e alla spinta dei suoi tifosi la Haas ha anche raccolto l'importante investimento del nuovo sponsor principale MoneyGram, con sede a Dallas.
Cone ha recentemente detto Stefano Domenicali, la Formula 1 è molto attraente per gli sponsor in questo momento, ma la Haas ha un'arma in più e si può riassumere in quello che è stato chiamato il "Guenther Steiner effect".
Il team principal in realtà non ama particolarmente le luci della ribalta, ma anche grazie alla sua partecipazione alla serie Netflix dedicata alla F1, al suo carattere forte, ed alle sue dichiarazioni dirette e lontane dall'ipocrisia di altri protagonisti, è diventato un idolo per i tifosi americani della F1. Per comprendere le dimensioni del fenomeno, lo stesso giorno in cui è stato reso pubblico il nuovo accordo per il title sponsor sono state distribuite centinaia di magliette con il suo volto e le sue iconiche imprecazioni, e migliaia di tifosi hanno gremito le tribune ad Austin.
Secondo Steiner, questo è solo l'inizio di quello che l'America può dare alla Haas ed alla Formula 1
"Penso che gli Stati Uniti siano più sempre più interessati e spero che MoneyGram abbia aperto la porta ad altre persone. L'interesse per la F1 è aumentato: ci sono tutti i fan, ma le aziende non reagiscono immediatamente. Si dice: 'Ok, è interessante, ma vediamo se funziona, vediamo dove va, e vediamo chi altro lo fa per primo', in modo da avere qualcuno con cui confrontarsi."
MoneyGram non è l'unico sponsor americano in F1, e non è il più importante
"So che Oracle è sulla macchina della Red Bull, ma si tratta di una dimensione diversa. Oracle è un'azienda americana, ed è molto grande. Credo che MoneyGram sia un'azienda americana che ha pensato che la F1 potesse aiutarci a far crescere il nostro business globale per fare di più. La F1 sta crescendo, quindi hanno pensato: 'Wow, questo è davvero un grande sport' e poi si sono interessati e alla fine si sono uniti a noi come partner, il che è fantastico".
Recentemente la Haas aveva perso un title sponsor importante, la Uralkali, a causa della guerra in Ucraina ed alle sanzioni internazionali imposte alla Russua. Ma MoneyGram è un accordo diverso, che secondo Steiner riflette la crescita commerciale della squadra.
"Non ci penso nemmeno. Abbiamo fatto la nostra due diligence, ora ho un team molto più forte intorno a me per lavorare con queste persone e arrivare a questi accordi".
"L'accordo è stato concluso con trattative molto difficili e questo dimostra che funzionerà. Sanno cosa stanno facendo, sanno cosa vogliono ottenere e questo mi fa credere che vogliano farlo. Hanno un obiettivo chiaro su ciò che vogliono ottenere da questo programma, non lo stanno facendo perché si sono svegliati una mattina e vorrebbero farlo - è una società quotata in borsa e hanno bisogno di risultati. Faranno in modo che funzioni e noi dobbiamo lavorare con loro per raggiungere il loro obiettivo".
La crescita commerciale ha spinto Haas ad assumere un nuovo direttore marketing e, per molti versi, a trarre vantaggio dalla separazione con Uralkali avvenuta all'inizio dell'anno.
"La separazione da Uralkali ci ha dato il tempo di pensare. Abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa e a gennaio abbiamo iniziato con un nuovo direttore marketing che sta facendo un buon lavoro."
Negli ultimi anni la Haas si è concentrata sulla sopravvivenza, il team ha sempre avuto Gene Haas a sistemare le cose, ma in un anno in cui sono stati conclusi diversi accordi multimilionari, il team principal ammette che questo lo mette nella posizione di dover continuare a far crescere la squadra.
"Sappiamo dove dobbiamo arrivare", dice Steiner. "Ci dà tutto l'appoggio di cui abbiamo bisogno, ma ti dice chiaramente 'questo è ciò che dobbiamo raggiungere come azienda' e su come raggiungerlo ... 'è un problema tuo, non mio'. Dobbiamo avere una squadra di F1 che sia commercialmente redditizia e che nessuno debba sovvenzionare. Qualsiasi azienda deve raggiungere questo obiettivo. È un obiettivo molto giusto, e se non mi piace posso scegliere di andarmene. Questo è uno dei motivi per cui mi piace stare qui: ti viene dato un obiettivo, nessuno interferisce con il modo in cui lo raggiungi, purché tu lo faccia, e poi lui ti dà tutto il sostegno che vuoi".
Il quadro adesso è radicalmente differente da quello di due anni fa, quando la Haas prese Nikita Mazepin e Mick Schumacher e accettò che si prospettava un periodo difficile, in cui i piloti esordienti avrebbero dovuto fare esperienza. Se prima era necessario per motivi commerciali, ora tutte le decisioni sul secondo pilota per il 2023 - come già dimostrato dalla firma di Kevin Magnussen - vengono prese senza pensare alle finanze.
"È un posto fantastico. È un buon posto in cui stare. Dobbiamo solo prendere la decisione giusta (sul pilota), che è ora il problema principale ...".
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