Red Bull: nuova dirigenza pronta a ridimensionare l'autonomia di Chris Horner e Helmut Marko?
06/12/2022 20:20:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Sono giorni di calma, quelli che sta vivendo il mondo della Formula Uno. Mesi di pausa in cui le squadre "ricaricano le batterie" dopo una lunga stagione, come quella terminata da pochi giorni ad Abu Dhabi, e preparano la stagione ventura ultimando i progetti delle monoposto, iniziando i crash test delle scocche delle auto e sistemando i rispettivi punti deboli con nuove procedure o nuove figure in ruoli chiave.

Mesi di calma, calma apparente, poiché tanti sono i cambiamenti che si stanno verificando in seno ai rispettivi team dietro, appunto, ad una calma di facciata. Su tutti, ovviamente, il team che sta vivendo i maggiori cambiamenti, tali da potersi ripercuote sui risultati in pista nel breve termine (oltre che di maggiore clamore mediatico) è la Scuderia Ferrari, che è alla ricerca del nuovo team principal al posto del dimissionario Mattia Binotto.

Eppure, malgrado una stagione assolutamente trionfale conclusa con la conquista del titolo mondiale piloti e costruttori, anche la Red Bull sta vivendo al proprio interno un'importante trasformazione. Una trasformazione che, secondo le indiscrezioni provenienti dal Regno Unito, sarebbero frutto di un restyling dei ruoli dirigenziali avviato in seguito alla scomparsa, lo scorso Ottobre in concomitanza con il GP del Texas, del boss Red Bull Dietrich Mateschitz.

Un restyling societario che coinvolge l'intera galassia Red Bull, comprendendo anche il team di Formula Uno e che potrebbe andare a compromettere l'ampia autonomia decisionale di cui hanno sempre goduto Christian Horner ed Helmut Marko grazie al loro rapporto di stima, fiducia ed amicizia con Mateschitz. Un autonomia di cui, come detto, il duo a capo del team di Milton Keynes ha sempre potuto godere, sin dalla nascita della squadra, legittimata anche dagli ottimi risultati centrati dal 2006 in avanti.

Oggi però, con la scomparsa del numero uno dell'impero dell'energy drink, questa libertà dei due manager al timone del team anglo-austriaco potrebbe essere messa in discussione a causa dell'arrivo del nuovo responsabile delle attività sportive del gruppo Oliver Mintzlaff.

Secondo le indiscrezioni citate in apertura, Mintzlaff (ex boss della squadra di calcio del Lipsia in Bundesliga) sarebbe stato uno dei maggiori sostenitori, negli scorsi mesi, della partnership Red Bull-Porsche. Un accordo estremamente interessante, tale da mettere Red Bull al fianco di un costruttore a sostituzione della Honda, e tale da gettare le basi per nuove, future vittorie. Un accordo che, in molti ricorderanno, era saltato ad un passo dall'annuncio a causa della volontà dei vertici di Milton Keynes (ovvero Marko e Chris Horner) di mantenere la totale autonomia decisionale e gestionale in squadra. Un autonomia che, giocoforza, sarebbe venuta meno al concretizzarsi della partnership al 50% con il costruttore di Stoccarda.

Idee del nuovo boss austriaco diverse da quelle dei suoi predetto che, di certo, non riporteranno in gioco l'accordo saltato tra Red Bull e Porsche ma che poteranno vari punti di domanda in merito ad un possibile ridimensionamento dell'indipendenza del programma F1 dalle decisioni aziendali.
Ridimensionamento che, sembra sempre più certo, riguarderà quantomeno le decisioni cruciali del team campione del mondo in carica come il probabile accordo con una casa costruttrice con cui avviare, in sinergia, il progetto della nuova power unit che debutterà a partire dal 2026.

Ovviamente, alcuni elementi potrebbero giocare a favore della stabilità interna, come gli ottimi risultati ottenuti dalla squadra in queste ultime stagioni, ma non mancano neppure questioni (lo sforamento del budget cap 2021 con relativa penalità per il 2023, o ai malumori interni tra Perez e Verstappen) che, in un periodo di tempo neanche troppo ampio, potrebbero comportare dei ripensamenti ai piani alti dell'azienda e comportare una revisione dello status quo.

Foto www.redbullcontentpool.com

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