La stagione 2023 di Formula Uno è ormai alle porte, tanto che le factory dei vari team sono già a lavoro, da un paio di mesi, a pieno ritmo e a pieno organico sulle vetture per il 2023.
All'interno dei reparti corse delle squadre, di fatto, le nuove monoposto sono già state deliberate, quantomeno nei concetti base, i primi telai sono in produzione per sostenere i crash test imposti dalla Federazione Internazionale (tra la fine del mese di Dicembre e inizio Gennaio) e i concetti aerodinamici sono in piena fase di sviluppo e affinamento.
Tra i team che saranno chiamati a fare il massimo e puntare al campionato c'è, indubbiamente, la Scuderia Ferrari che, oltre alla grande pressione derivante dalla sua storia e dal suo blasone, sarà chiamata a competere per la vittoria del Mondiale visto il 2022 decisamente positivo (dopo stagioni di purgatorio) da cui è reduce.
A Maranello, dopo una stagione conclusa con un secondo posto in classifica piloti e costruttori, dovranno produrre una vettura capace quantomeno di lottare per il titolo sino all'ultima gara. Una vettura che sta nascendo in un momento delicato per la Rossa, che in questi giorni è alla prese con la transizione in seno alla tolda di comando del team, con l'addio di Mattia Binotto il prossimo 31 Dicembre e quello che sembra essere, con sempre maggiore probabilità, l'arrivo di Frederic Vasseur dal team Alfa (che sembra aver già acquistato casa a Maranello).
Una vettura che, stando a quanto inizia a trapelare in queste settimane dalla GeS, sembra essere nata davvero sana e senza intoppi. La 675 (ad oggi la nuova auto è nota con la sigla interna di progetto), erede della F1-75, sembra crescere bene tanto che i primi riscontri emersi dalla galleria del vento e dalla simulazioni relativi ai punti di carico ed efficienza, avrebbero impressionato i tecnici. Dati più che positivi che non sarebbero frutto di una rivoluzione nel concetto della F1-75 (che aveva non pochi aspetti positivi), ma sarebbe figli di un profondo e minuzioso lavoro di affinamento, praticamente su ogni singola area, della vettura dello scorso anno.
Dunque la nuova arma di Maranello, a dispetto di certe indiscrezioni emerse nel corso dell'estate, dovrebbe rappresentare una profonda revisione rispetto alla Rossa 2022. Sulla 675 infatti sarà mantenuto il concetto aerodinamico delle pance large con lo svaso nella zona superiore (non andando incontro a filosofie slim come Red Bull e Mercedes) e, di conseguenza, anche la disposizione delle masse radianti molto inclinate con le branchie ad apertura variabile. Sempre parlando di elementi aerodinamici tali da produrre performance, ogni elemento è stato rivisto per ridurre il peso e ricercare efficienza lavorando sulla loro aeroelasticità (punto debole dell'auto della scorsa annata) e, con tutta probabilità, ci sarà un fondo dal layout simile a quello provato da Shwartzman durante le FP1 a Yas Marina (che presentava un ricciolo nella zona terminale).
A livello sospensivo, gli ingegneri diretti da Enrico Cardile stanno portando avanti una revisione dei cinematismi della sospensione posteriore, alloggiati un una scatola del cambio riprogettata nella sua forma e da una nuova pelle in carbonio sia, appunto, per la sospensione rivista, sia per aumentare l'efficienza dell'estrattore posteriore (sacrificando magari la zona della Coca Cola). All'anteriore verrà mantenuto (e corretto) lo schema push-rod che, in sinergia con le nuove specifiche delle gomme Pirelli 2023, dovrebbe aiutare la Rossa ad eliminare il pesante degrado delle coperte accusato nel mondiale da poco concluso.
La nuova 675, aspetto non secondario, presenterà anche novità a livello motoristico, non riferito al layout o alla disposizione dei vari elementi (fattori su cui il regolamento ha imposto un congelamento fino al 2026), ma relativamente ad alcune componenti che hanno accusato cedimenti e ai materiali con cui sono realizzate e trattate alcune parti. Lo staff di Gualtieri, sfruttando la deroga regolamentare che permette di lavorare sull'affidabilità, è riuscito ad aumentare la vita al bando prova delle PU, consentendo di poter estrarre la massima potenza dall'unità motrice, non utilizzando più delle mappature conservative per scongiurare K.O. tecnici. Una mossa che dovrebbe permettere di estrarre un plus di potenza che dovrebbe attestarsi attorno ai 20-25 cavalli.
Insomma, a Maranello sembrano aver affilato tutte le armi disponibili per ben figurare nel prossimo campionato, ora non resta che aspettare la presentazione della monoposto, i primi riscontri in pista e i prima compare con i diretti rivali per capire se il 2023, dopo un lungo digiuno, sarà l'anno giusto per tornare a festeggiare un titolo mondiale.
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