Vettel si è ritirato dalla F1 alla fine della stagione da poco conclusa, chiudendo una carriera di 16 anni, 53 vittorie e quattro titoli mondiali.
Vettel e Hamilton sono stati i piloti che hanno dominato la loro generazione, vincendo 11 su 13 dei Mondiali dal 2008 al 2020, lottando realmente per il campionato testa a testa solo nel 2017 e nel 2018, con quest'ultimo che si è imposto in entrambe le stagioni.
Durante quelle stagioni, l'allora pilota della Ferrari Vettel ha rivelato di aver avuto colloqui con Lauda, all'epoca presidente non esecutivo della Mercedes e già artefice del trasferimento di Hamilton dalla McLaren nel 2013:
"Forse c'è stata un'opportunità, e ho parlato con Niki, ma ad essere onesti, era a metà del periodo della Ferrari", ha spiegato Vettel a proposito del potenziale ingresso in Mercedes nel podcast F1: Beyond The Grid.
Vettel ha poi spiegato i motivi del suo rifiuto, ribadendo il suo sogno di voler vincere con la Rossa:
"Ovviamente sarebbe stato un grosso problema, perché Lewis era il loro numero uno e non so se avrebbero voluto averci entrambi in squadra. Ma anche io non ero molto interessato in quel momento, perché ero molto impegnato con la Ferrari. Era il mio sogno far funzionare quella cosa."
Seb poi non riuscì a realizzare il suo sogno ed il rapporto con la Ferrari si incrinò lentamente, sotto le forti pressioni dell'ambiente ed anche a causa di alcuni errori che forse lo esclusero dalla lotta per il Mondiale. Ma il pilota tedesco non è pentito della sua scelta:
"Penso che sarebbe stata una grande sfida e credo che mi sarebbe piaciuto, ma non era destino. In quel momento, come ho detto, il mio obiettivo era vincere con la Ferrari. Non volevo cambiare squadra e vincere con la Mercedes, e non è andata così. Mi sta bene così."
Vettel ha poi definito il suo rapporto con Lewis, le poche incomprensioni e i molti punti che li rendono simili.
"Penso che mi sarebbe piaciuto correre con Lewis, andiamo molto d'accordo e il nostro momento è stato il Gran Premio dell'Azerbaijan del 2017, dove abbiamo avuto forse quello che oggi si definirebbe un 'malinteso'".
Ricordiamo che in quel GP a Baku, in regime di Safety Car, Vettel era in seconda posizione dietro al leader Hamilton mentre la gara si preparava a riprendere. All'uscita della curva 15, Hamilton ha rallentato moltissimo per sfruttare la ripartenza, ma Vettel è stato sorpreso e ha tamponato la Mercedes.
Vettel pensò che Hamilton gli avesse frenato in faccia ("He just break tested me") e si è accostato colpendo la fiancata della Mercedes. Per questa manovra gli è stata comminata una penalità di 10 secondi di stop/go dai commissari sportivi ma in seguito ha avuto un colloquio chiarificatore con Hamilton, che ha portato i due a riavvicinarsi.
"Ero molto arrabbiato. È stato uno di quei momenti in cui le cose non sono andate a modo mio. Ero arrabbiato e forse il lato emotivo ha preso troppo il sopravvento. Ma credo che quel momento sia stato fondamentale perché avrebbe potuto farci allontanare di più l'uno dall'altro o farci avvicinare. E invece ci ha unito. Per quanto possa aver pensato in quel momento che non era giusto, che quello che ho fatto io non era altrettanto giusto. Volevo mostrarglielo, volevo dirglielo, ma ovviamente indossiamo i caschi ed è difficile comunicare. Quindi quella era una forma di comunicazione. Ma ho anche capito che era una forma sbagliata e non era il modo giusto. Non è stato sportivo e non è stato corretto, come ho ammesso in seguito, e ci siamo parlati e credo che da quel momento ci siamo avvicinati l'uno all'altro".
Foto www.skysports.com
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