Nel corso di un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport (qui un estratto sulla Ferrari), Felipe Massa si è soffermato su Max Verstappen, su Lewis Hamilton e sulla crescita della Formula 1 sotto la gestione di Stefano Domenicali. Secondo il brasiliano, il campione del mondo in carica della Red Bull può già essere paragonato a Michael Schumacher, allo stesso britannico della Mercedes e ad Ayrton Senna.
Di seguito quanto dichiarato da Massa ai microfoni della Rosea:
"Max è un fenomeno. Lucido, concentrato, perfetto nella guida e capace di far sentire sempre la propria voce dentro la squadra, che lo segue. Il miglior pilota con la migliore macchina e il miglior team. Si può paragonare a Schumacher, Hamilton o Senna nei momenti d’oro. Può vincere ancora tanti titoli".
Su Hamilton
"Non va dimenticato quello che ha fatto e che magari farà ancora. Rispetto. Gli manca solo un titolo per diventare il pilota più grande della storia, ma serve la vettura giusta, e la Mercedes l’anno scorso ha cominciato troppo male, anche se poi ha recuperato. Inoltre Lewis ha patito, per la prima volta, il confronto con il compagno di squadra George Russell, autore di una stagione superlativa. Se l’età avanza, e un giovanotto al primo anno con il team ti mette subito dietro, la pressione aumenta. Ma spero che Lewis possa far vedere ancora quanto vale e smentire chi comincia a dubitare di lui".
Sulla crescita della Formula 1
"È incredibile. Ho smesso di correre nel 2017 e c’è più gente che mi ferma per strada adesso di quando ero protagonista in pista. Abbiamo sempre sognato un interesse così per il nostro sport e infattilenazioni fanno a gara
per ospitare un GP, stanno tornando grandissimi sponsor e colossi dell’industria automobilistica, il pubblico riempie le tribune dei circuiti prima deserti. Per me, che sono ambasciatore della F.1, è bellissimo fare parte di tutto questo".
Sul boss del Circus, Stefano Domenicali
"Sono stato invisita alla Lamborghini, ed eravamo a cena, quandomi disse che la Formula 1 lo aveva chiamato per diventare il capo. In quel momento lo sapevano solo la sua famiglia, il suo avvocato, Jean Todt e io. Gli ho detto: “Hai tutta l’esperienza e la professionalità per fare bene, se il tuo cuore tiporta lì”. E in effetti con Stefano e con le persone che lavorano assieme a lui c’è stato un cambio dimentalità che ha resola F.1 più moderna".
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