Aston Martin non copia, semmai innova. Le furbate di Furbatto e Fallows
Il capo progettista italiano, ex Sauber ed ex Mclaren, insieme a Dan Fallows ha realizzato una monoposto in grado di lottare con Mercedes e Ferrari portando al limite alcune soluzioni già viste e trovandone altre assolutamente nuove

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Nella Formula 1 moderna, così tanto vincolata da regolamenti tecnici e sportivi molto restrittivi, succede raramente, o forse non è mai successo, che una scuderia riesca in soli 8 mesi a passare dalle retrovie alla lotta per il podio, guadagnando 2.5 secondi rispetto ai suoi stessi tempi della stagione precedente. Quando succede non può che catalizzare le attenzioni di tutti, alla ricerca del segreto di un simile balzo in avanti.

Nella nuova sede di Silverstone della Aston Martin è stata partorita una monoposto che ha ripreso tanti concetti della vincente Red Bull RB18, anche grazie all'arrivo di Dan Fallows ed altri ingegneri da Milton Keynes, utilizzando però quasi tutte le parti del retrotreno comprate da Mercedes (motore, cambio e sospensioni) e sfruttando anche alcune idee della Ferrari.

Il risultato è una AMR23 che ha impressionato in tutte le sessioni di test e prove libere a Sakhir e che nella prima gara stagionale ha anche conquistato il podio con l'eterno e mai domo Fernando Alonso, dimostrando un potenziale che va ben oltre il quarto posto nel campionato costruttori, già ipotizzato da tecnici ed esperti dopo i primi dati usciti dal simulatore e dalla galleria del vento.

Il team di Silverstone ha sicuramente sfruttato al massimo la power unit Mercedes, ma non c'è dubbio che le ottime prestazioni della vettura siano legate a soluzioni aerodinamiche e telaistiche che conferiscono alla AMR23 quelle doti di trazione, stabilità resistenza alle accelerazioni laterali (e conseguente ottima gestione delle gomme) in grado di rendere la monoposto verde competitiva in gara ancora più che in qualifica.

La fantasia di Dan Fallows nello sviluppare interessanti concetti aerodinamici, anche grazie ai tanti anni accanto a quel genio di Newey, e il pragmatismo di Luca Furbatto, un ingegnere e progettista abilissimo quando si tratta di definire il posizionamento e l'ottimizzazione delle parti meccaniche di una monoposto, hanno dato vita a un mix di soluzioni che potrebbero portare l'Aston Martin vicina all'obiettivo di diventare un top team entro il 2024, richiesto dal proprietario Lawrence Stroll all'inizio del ciclo di investimenti e rinnovamento avviato nel 2021.

E proprio negli ultimi due anni, con l'arrivo di Luca Furbatto prima e Dan Fallows dopo, è iniziato il processo di innovazione con idee proprie, distaccandosi dalla precedente direzione intrapresa da Andy Green, che aveva solo copiato il meglio delle soluzioni presenti in griglia.

Aston Martin non copia, semmai innova. Le furbate di Furbatto e Fallows

Tra queste innovazioni hanno sorpreso le forme della parte superiore del cofano dove sono stati ricavate dei larghi canali, per certi versi simili a quelli della SF-23. Il flusso d'aria che ad alta velocità aderisce sopra la carrozzeria scende improvvisamente verso il posteriore in modo simile a quanto succedeva ai tempi degli scarichi scarichi soffiati, sfruttando l'effetto Coanda.

L'altra soluzione, questa volta di derivazione Red Bull, che fornisce un grande vantaggio alla AMR23 è il vistoso sottosquadro sotto le prese d'aria del radiatore, che permette un effetto di downwash del flusso attraverso i profondi pontoni (i canali presenti nelle pance) realizzati grazie a un sistema di raffreddamento ideato da proprio da Furbatto, con i radiatori distribuiti non solo sulle pance ma anche sulla parte centrale della power unit.

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L'Aston Martin, dopo i test, ha anche portato in pista degli aggiornamenti già alla prima gara in Bahrain lavorando su un ala posteriore molto elaborata, ma nei limiti del regolamento. Sull'endplate dell'ala posteriore è stato aggiunto un piccolo flap leggermente curvato verso l'alto per aumentare la deportanza senza aumentare troppo la resistenza aerodinamica.

ll team tecnico aveva dimostrato già nella passata stagione una buona intraprendenza progettuale proprio in questa zona quando presentò l'ala posteriore, poi vietata nel 2023, che sigillava i flussi del profilo principale tramite forme innovative.

Anche quest'anno il duo FF (Furbatto e Falllows) è riuscito a trovare nel regolamento e nei suoi spazi volumetrici vincolanti il modo di inserire un elemento aerodinamico in un punto in cui nessuno aveva pensato fosse possibile farlo.

In sintesi, nel successo del progetto AMR23, c'è anche molto di italiano, a dimostrazione del fatto che non tutto il "genio" del circus parla inglese.

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Foto es.motorsport.com

Foto twitter.com


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