Mazzola: «Deluso e perplesso, l'addio di Sanchez è un segno di resa. Brawn capì una cosa fondamentale»
10/03/2023 16:30:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Delusione, perplessità e una sensazione di resa: è quanto ha trasmesso a Luigi Mazzola l'addio alla Ferrari di David Sanchez, ormai ex Head of Vehicle Concept del Cavallino che ha progettato la SF-23 affidata a Leclerc e Sainz per il Mondiale di Formula 1.

Tramite i propri canali social, l'ingegnere ha analizzato quanto accaduto nelle ultime ore a Maranello, come sempre, senza peli sulla lingua. Vi proponiamo le sue considerazioni.

Il commento di Luigi Mazzola

Mazzola: «Deluso e perplesso, addio Sanchez segno di resa. Brawn capì una cosa fondamentale»

"Volevo parlare un po' di questa situazione in Ferrari. Un altro colpo, un'altra delusione", esordisce Mazzola in un video postato su Instagram. Poi spiega la sua affermazione: "Vedere una persona che esce dalla Ferrari, una persona apicale nell'ambito della struttura organizzativa sportiva e tecnica del team, dopo la prima gara, è un po' una resa".

"Un po' come dire «ok ragazzi, quest'anno prendiamoci quello che viene, e vedremo di concentrarci per il prossimo». Ma è sempre così... sono anni che ci sentiamo dire «saremo nel 2022, saremo nel 2023, saremo nel 2024»", aggiunge.

Mazzola ritiene che la Ferrari farebbe meglio ad ampliare le risorse a propria disposizione anziché eliminarle: "Quello che si ha oggi l'hanno fatto questi uomini negli ultimi due anni. Innestiamo qualcosa di diverso che possa far vedere le cose in maniera diversa. Il licenziare o il dimettersi sono segno proprio di resa. Dopo le proclamazioni alla presentazione della macchina, o durante l'inverno, vedere questo è un controsenso. Abbiamo sentito dopo il Gran Premio che si sono avuti problemi di set up, si è difeso il concetto SF-23, poi se ne va chi quella macchina l'ha ideata. Tutto ciò mi lascia perplesso".

L'ex ingegnere di pista - nonché ex coordinatore delle vetture - della Ferrari ritiene anche che al team di Maranello manchi una precisa figura: "In un'azienda di Formula 1 l'elemento più importante è certamente il direttore tecnico. E in Ferrari continua a mancare, continua a non esserci un riferimento tecnico".

A suo parere tale situazione è figlia del cambiamento che apportò Marchionne alla Scuderia. Un cambiamento che Mazzola definisce "non ottimale per un team di Formula1". "Il non avere un riferimento, il non avere il coordinatore di tutti gli aspetti tecnici, per me è deleterio. Quindi non capisco effettivamente dove si voglia arrivare e come si possa poi migliorare nel tempo", afferma.

Mazzola, in seguito, continua la sua analisi sottolineando la differente strategia condotta dall'attuale leadership del team rispetto a quella condotta da Brawn nell'era vincente della Rossa: "Un altro discorso che voglio mettere in evidenza è questo: la svolta epocale della Ferrari avvenne quando arrivò Ross. Certo fu merito anche di Todt e Montezemolo, ma fu lui a fare la differenza. E Ross non licenziò, assunse. Il primo che assunse fu Rory (Byrne, ndr), che andò ad occupare una data posizione sovrapponendosi a Costa. Ecco Brawn non licenziò Costa".

Brawn aveva capito una cosa fondamentale. "Si rese conto che ognuno ha una propria competenza", afferma Mazzola. Poi aggiunge: "È la capacità di gestire le intelligenze che crea «l'intelligenza collettiva». Non bisogna farsi prendere dall'emotività, bisogna rendersi conto di quello che può far vincere o essere competitivi ed agire di conseguenza".

Infine Mazzola conclude dicendo: "Io sono sempre speranzoso, ho sempre nel cuore la Ferrari ed ho il rispetto massimo per quest'azienda perché mi ha permesso di gioire e di vivere una passione per diversi anni. Ecco mi piacerebbe che prendesse una via capace di darci altre soddisfazioni. La Ferrari non è la McLaren, non è la Red Bull, non è la Mercedes. E chi comanda sono il cuore, la passione e l'emozione. Speriamo! Sempre forza Ferrari".

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