Mazzola e i test di una volta
Tempo di lettura: 4 minuti

"Monza, quante settimane ci ho passato!? Mesi. Dal 1989 fino al 2009... È il tipico circuito per fare tante prove". Esordisce così l'ingegner Luigi Mazzola in un video postato sui social che lo ritrae sul circuito italiano. L'ex ferrarista poi si cimenta in un lungo e avvincente racconto dei tempi che furono, soffermandosi sulle sessioni di test che andavano in scena tra primavera ed estate...

Il racconto di Luigi Mazzola

Mazzola e i test di una volta

"Solitamente venivamo qui verso aprile, principalmente per la simulazione dei Gran Premi, per mettere sotto torchio i motori - i motori sperimentali - tirandoli al limite. Si cominciava a vedere qualche cosa del carattere aerodinamico, qualche assetto, anche se poco", racconta Mazzola.


Poi aggiunge: "Tra maggio, giugno e luglio si veniva ancora due volte, sempre per affinare le prestazioni del motore. Per testare l'usura dei freni, perché le temperature dei freni sono sempre elevatissime qui. E poi si arrivava ai test di agosto - mostruosi -, che normalmente erano un paio".

"Era un nightmare, un incubo, per i team inglesi", sottolinea. "Perché a Ferragosto era tutto chiuso e non sapevano dove andare. Noi avevamo il nostro motorhome, conoscevamo gli hotel, come Ferrari riuscivamo sempre a far aprire qualcuno", spiega. 

"Test interminabili, temperature da 30-35 gradi d'ambiente, 50-60 gradi d'asfalto... 5-6 giorni consecutivi, in cui eravamo stremati. Momenti di gioia, ma anche di terrore, perché abbiamo avuto una paio di incidenti - uno con Prost e uno con Schumacher - pesanti. E poi prove di assetti, macchina alta, macchina bassa, macchina morbida, che si appiantava sui tamponi. Aerobalance, macchina carica, macchina scarica, breakbalance, freni. Insomma, era un continuo provare per cercare di trovare il meglio". Una missione non semplicissima per i piloti, afferma Mazzola: "Su questo circuito ci si impiegano giorni a trovare il limite".

L'aneddoto

"Mi ricordo un test dove ci mancava della velocità, confrontando i tempi di Michael con la McLaren e con la Williams. L'ultimo giorno si poteva provare solo la mattina, c'avevano dato quella possibilità perché accade qualcosa tale per cui non potemmo scendere in pista. E allora portammo un'ala posteriore nuova, che era una corda piccolissima, un flap piccolissimo. La mettemmo in macchina, andammo... e fu l'apoteosi. Perché guadagnammo consistente velocità senza perdere carico aerodinamico. Così siamo riusciti a vincere il Gran Premio due settimane dopo".


La chiosa finale

"Ecco questi erano i test: creatività, flessibilità, cercare sempre di trovare la soluzione che potesse darci qualcosa in più per la gara".

Il video-Racconto

Leggi anche: Ferrari, Vanzini: «Situazione specchio dell'Italia. Dare carta bianca a Vasseur, lui ci metta polso»

Leggi anche: Aston Martin, Alonso, Mattiacci e... Montezemolo: l'intreccio, dopo il «no, grazie» della Ferrari

Foto copertina Instagram Mazzola, Foto interna www.twitter.com


Tag
mazzola | monza | ferrari | test | gp arabia saudita | jeddah | formula 1 |


Commenti
-
Formula1.it

"Monza, quante settimane ci ho passato!? Mesi. Dal 1989 fino al 2009... È il tipico circuito per fare ...

Lascia un commento

Per commentare gli articoli è necessario essere iscritti alla Community F1WM.

Inserisci i dati del tuo account dal link "Log In" in alto, se non sei ancora un utente della nostra Community, registrati gratuitamente qui.

Registrati



Community Formula1.it