Stefano Domenicali, ex dirigente della Ferrari ed attuale CEO della Formula 1, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Corriere della Sera. Ve ne proponiamo un estratto in cui si è soffermato sulla sua esperienza a Maranello raccontando personaggi come Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne. Di seguito le sue parole.
"Mi occupavo di affari fiscali e societari", esordisce Domenicali riferendosi al suo primo incarico alla Scuderia di Maranello. Poi racconta: "Avevo spedito il curriculum in giro e tra gli altri lo avevo inviato in Ferrari. Mi sono laureato ad aprile a Bologna in Economia e Commercio e mi hanno assunto il 1° giugno 1991, sebbene la funzione non fosse quella che desideravo, si trattava pur sempre della Ferrari. Poi i casi della vita mi hanno portato a occuparmi dell’autodromo del Mugello; due anni dopo, nel 1993, sono diventato responsabile controllo di gestione nella stagione in cui è arrivato Jean Todt alla guida della squadra corse".
Riguardo Montezemolo, invece, il manager italiano afferma: "Un presidente che ha caratterizzato un lungo periodo dal 1991 al 2014. Ha definito e connotato la Ferrari amando l’azienda e la squadra, un uomo molto competente che chiedeva tanto". Poi è subentrata la gestione Marchionne: "È il manager che ha salvato la Fiat, con un’intelligenza sopraffina e, per come l’ho conosciuto, un lavoratore incredibile. Come tutte le persone di qualità non sempre era facile lavorarci, perché ti portava allo stremo. Dovevi capire come gestire l’equilibrio tra la tua professione e la tua vita privata", sottolinea Domenicali.
Infine, una battuta su come riesce a rimanere imparziale nel ruolo di CEO del Circus dopo l'esperienza pluriventennale in Ferrari: "Cercando di pensare alle responsabilità che ricopro. Chiaro che una parte di me vuole vedere l’Italia davanti, ma devo pensare con imparzialità e, poi, penso che se la Ferrari e i Gran premi italiani vanno bene alla fine va a beneficio di tutti i protagonisti della Formula 1".
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