Newey: «All'inizio del 2022 pensavo di aver sbagliato tutto»
02/06/2023 21:55:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Nella recente intervista rilasciata a Sky Sport, Adrian Newey ripercorre i suoi 35 anni di carriera in Formula 1, durante i quali non solo ha partecipato alla costruzione di molte vetture vincenti, ma ha anche attraversato diversi cicli tecnici.

Con la RB-19 ha centrato a pieno il progetto di una macchina ad effetto suolo, e ha così aperto la strada a un periodo di dominio, e proprio per questo Ivan Capelli ha chiesto al britannico quale fosse il segreto con cui approcciare una modifica alle regole.

"Bisogna andare al 1988, quando tutte le macchine avevano il motore aspirato e tutti i top team avevano il turbo. Io ero appena tornato da un periodo in IndyCar, dove l'aerodinamica sui rettilinei era fondamentale e il motore invece non era molto potente. Ma quello che ha fatto la differenza nel passaggio tra il motore aspirato e il turbo è l'aver passato molto tempo a capire quali sono le opportunità nelle nuove regole. Ciò significa cercare delle zone grigie, dove le parole sembrano dire qualcosa ma in realtà non lo fanno", ha risposto l'ingegnere.

"Così puoi muoverti in modo diverso pensando alle caratteristiche aerodinamiche e meccaniche, e ci sarà sempre quel dettaglio che farà la differenza. Per esempio, nel 1998 hanno ristretto la larghezza dei circuiti. Io ero per la prima volta responsabile della McLaren e molte vetture quell'anno era molto nervose in ingresso di curva. Alcuni hanno cercato di mantere costante il rapporto tra il passo e il tracciato, ma noi abbiamo fatto l'opposto. Non volevamo mettere troppo carico nella parte esterna delle ruote anteriori quanto tenerlo nella parte interna degli pneumatici posteriori. In questo modo si abbassava il centro di gravità, e quindi abbiamo ridisegnato la macchina attorno a quello, allungando anche il passo. Allo stesso modo, all'inizio dello scorso anno abbiamo avuto un altro cambio di regolamento, forse il più grande da quando le macchine a effetto Venturi sono state abbandonate nel 1982. Lì è stato difficile trovare la giusta altezza da terra per far funzionare l'effetto suolo e non avere problemi di saltellamento", ha continuato poi a raccontare Newey.

"Temevamo di essere dietro alla Ferrari"

Newey: «All''inizio del 2022 pensavo di aver sbagliato tutto»

Inoltre, Ivan Capelli ha chiesto al suo ex collega il suo parere proprio sul cambio di regolamento del 2022. Già in altre interviste, infatti, l'inglese ha raccontato di non essere stato entusiasta all'inizio, in quanto temeva che tutte le vetture sarebbero state uguali. Tuttavia, la prima presentazione delle monoposto gli ha fatto cambiare idea.

"Mi ha sopreso vedere le soluzioni differenti portate da noi, Ferrari e Mercedes. Quando le regole sono uscite per la prima volta nel 2020 mi sono sembrate molto restrittive e temevo che tutte le macchine sarebbero state uguali. Poi i criteri sono stati rilassati e ciò ha permesso di avere design diversi, specialmente nei sidepod. Le nostre erano larghe, quelle della Mercedes strette e la Ferrari era a metà. Ovviamente, quando si fa un progetto non puoi passare in rassegna tutte le alternative e scommetti su una, ma noi sai quale sarà l'idea vincente. All'inizio della stagione scorsa ci sembrava di aver sbagliato, perchè non eravamo al livello della Ferrari: a volte eravamo più veloci, altre volte più lenti. Alla fine l'idea non è stata così male", ha concluso ridendo il CTO di Red Bull. 

 

 

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