Wolff: «Siamo in un mondiale di Formula 2 contro Formula 1. Red Bull? Lavorano meglio»
23/07/2023 21:15:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Non poteva iniziare meglio la stagione la stagione 2023 della Red Bull. Di fatto, dopo un 2022 dominato, e con entrambi i titoli mondiali conquistati con discreta facilità, il team di Milton Keynes ha mostrato al mondo quanto non sia mai sazio, portando in pista per il mondiale in corso (che si preannuncia quello in cui verranno sgretolati e riscritti tutti i record della Formula Uno) una RB19, se possibile, migliore della sua progenitrice e capace di farla ovunque da padrona. Dati alla mano, almeno fino ad oggi, nelle prime undici gare, il team anglo-austriaco ha mostrato uno stato di forma impressionante, portando a casa undici successi.

Una prima metà di campionato che sancisce lo straordinario lavoro dagli uomini di Milton Keynes, capaci di realizzare una vettura perfetta (anche considerando l'handicap della limitazione delle ore in galleria del vento, sanzione per la violazione del budget cap 2021). Un avvio che, oltre a permettere a Verstappen l'ipoteca sulla terza corona iridata, mostra un team perfetto in ogni componente: staff tecnico, gestione gara, strategie e piloti.

Ebbene, malgrado ciò, il team di Chris Horner non sembra essere soddisfatto dello stato dell'arte o propenso a rallentare i ritmi di lavoro. Al contrario, appare desideroso di entrare nella storia della Formula 1, vincendo (o provandoci) tutti i GP del mondiale 2023, come sostenuto da George Russell ad inizio stagione, dopo aver appreso il valore della RB19. Obiettivo però sempre smentito dai vertici della scuderia.

Obiettivo che, dopo l'ennesima prova di forza andata in scena a Budapest (dove Verstappen ha imposto distacchi ciclistici a tutti e annichilito i rivali con un giro veloce da antologia), non può più essere nascosto e che, di fatto, sancisce una Formula Uno a "due velocità": Red Bull da una parte e tutti gli altri team dall'altra a fare gara tra loro. Una situazione poco piacevole ma, indubbiamente, democratica di cui ha parlato il team principal della Mercedes, Toto Wolff, dopo la bandiera a scacchi di Budapest.

Abbiamo chiuso a 39 secondi da Verstappen, e probabilmente negli ultimi giri non ha neanche spinto quanto avrebbe potuto. Ma siamo in uno scenario meritocratico, quindi hanno fatto un lavoro migliore e dobbiamo riconoscerlo".

Parlando del suo team, il manager austriaco ha riconosciuto di essere la seconda forza in campo, pur all'interno di un campionato che appare diviso in due sottocategorie, quasi in stile Wec.

"Alla fine credo che abbiamo disputato una buona gara, probabilmente siamo stati la seconda forza, ma ci muoviamo all’interno di un campionato di Formula 2 contro un auto di Formula 1 che ci ha rifilato 39 secondi. Il motivo per cui amo questo sport è che premia chi lavora meglio".

Una situazione meritocratica, come ammesso da Wolff che, apprezzando tutto ciò, si è espresso chiaramente contro possibili soluzioni artificiali come BoP.

"Deve essere l'intrattenimento a seguire lo sport e non il contrario. Non possiamo creare un equilibrio di prestazioni o qualcosa che possa livellare il campo, è quello che è, dobbiamo solo lavorare meglio e rimetterci in gioco”.

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Foto copertina www.mercedesamgf1.com


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