Ferrari, Turrini: «È annus horribilis, nessuna svolta in arrivo. Ma Elkann e Vigna lo sanno?»
24/07/2023 10:15:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Malgrado i progressi di inizio estate, in Gran Bretagna e Ungheria la Ferrari non ha trovato le conferme sperate in merito alla bontà della SF-23 evo e delle recenti novità portate. Un calo che, di fatto, riporta la Scuderia indietro e dietro a team che sembrano superati, come Mercedes, Aston Martin e McLaren e che, soprattutto, vanifica mesi di lavoro del team.

Sul tracciato di Budapest, di fatto, la SF-23 ha sottoperfomato, non mostrandosi a livello dei rivali diretti e non ha mai permesso ai piloti di avere la fiducia necessaria per spingere e massimizzare il risultato. In gara, infatti, Sainz e Leclerc non sono andati oltre la settima e ottava posizione: un risultato deludente, figlio di una vettura che, malgrado le caratteristiche favorevoli dell'Hungaroring, non è mai stata veloce e ha riportato alla luce alcuni problemi endemici della monoposto.

Secondo passo falso nel giro di due weekend che gli uomini del Cavallino sono determinati a non confermare la prossima settimana in Belgio e a cui, anche per il blasone del team, sarà doveroso trovare una soluzione in tempi rapidi per salvare una stagione fallimentare riuscendo almeno a tornare in lotta per il ruolo di seconda o terza, forza in campo.

Gara deludente che, sul suo blog 'Profondo Rosso', ha commentato Leo Turrini, giornalista vicino alle vicende della rossa. Turrini, per prima cosa, ha analizzato la crisi di cui è stata protagonista la Ferrari in dodici mesi, passando dalla lotta per il titolo 2022 alla crisi 2023, analizzando poi la il calo di cui, dopo alcuni passi avanti, è incappata la rossa nelle ultime due gare che, di fatto, ha vanificato ogni tentativo di far progredire una macchina, di base, lenta e sbagliata.

"Un anno fa, luglio 2022, la Ferrari vinceva due Gran Premi di seguito, fra Inghilterra e Austria, uno con Sainz e uno con Leclerc. Sembrava l’inizio di un’era Rossa. [...] Sono passati dodici mesi. Il salto all’indietro è clamorosamente plateale. Tutti gli indici sono negativi. La macchina, semplicemente, è troppo lenta. Inesorabilmente falliscono i tentativi di aumentarne il rendimento.
Nono e decimo posto a Silverstone. Poco meglio (si fa per dire) a Budapest, dove Fred Vasseur aveva promesso progressi"
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Una crisi da cui, ad oggi, sembra impossibile uscire visto che ogni tentativo di correggere i difetti della SF-23 si rivela fallimentare. Una situazione, però, diversa la quella dalla McLaren che invece, in pochi mesi, ha portato la MCL60 dall'ultima fila sino alla zona podio. Sintomo, questo, di problematiche strutturali e di metodologie all'interno della GeS.

"Non si vede una svolta. Sconcertante è la sensazione che ogni ipotesi di soluzione dei problemi tecnici si riveli inadeguata, non all’altezza, fallimentare nella sostanza. [...] Lasciamo stare la Red Bull in versione Verstappen: lì non c’è partita. [...] No: a sbalordire è la progressione di una vettura come la McLaren, che a primavera sembrava una carriola e che invece adesso sta là davanti. Segno che in questa Formula Uno le cose si possono aggiustare, lavorando con la giusta determinazione".

Una situazione da cui, come detto, sembra difficile uscire in tempi rapidi ma di cui, come sostenuto da Leo Turrini, il presidente Elkann e il CEO Vigna sembrano non accorgersi e non in grado di trovare una soluzione.

"Bisogna chiedersi come mai a Maranello non riescano a trovare il bandolo della matassa. E ripeto che qui nessuno pretende miracoli, nessuno pretende di andare a sorpassare la Red Bull. Ma buscarle dall’Alfa Sauber in qualifica e vedere McLaren e Mercedes col binocolo in gara, insomma, è un po’ troppo. John Elkann, Benedetto Vigna e Fred Vasseur ne saranno consapevoli?".

Foto copertina media.ferrari.com

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