Arnoux parla del primo incontro con Enzo Ferrari: «Fui egoista». E torna sull'addio alla rossa
15/11/2023 07:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

In occasione delle Finali Mondiali Ferrari, andate in scena all'autodromo del Mugello, per i tifosi della rossa, così come per tutti gli appassionati di motorsport, non è passata inosservata la presenza nel paddock di un pilota amato e rimasto nel cuore di tutti: René Arnoux. Il francese, classe 1948, con 149 GP disputati in F1 (al volante, tra i vari team, di Ferrari e Renault) con 7 vittorie e 22 piazzamenti a podio, è da tutti ricordato anche per aver dato vita ad uno dei duelli più belli e iconici della storia della F1, quello nel GP di Francia 1979, a Digione, contro Gilles Villeneuve.

Non solo, poiché il pilota di Grenoble è rimasto nella memoria collettiva soprattutto per la sua avventura in Ferrari tra il 1983 e il 1985 con cui, malgrado un divorzio brusco e mai chiarito, mantiene ancora oggi un forte legame. Un Legame che lo porta, avendo la chance, a rimettersi al volante di uno dei bolidi di Maranello, tornando a provare forti emozioni. E, proprio appena sceso da una FXX-K dopo sessione di guida, chi scrive ha avuto modo di incontrare René Arnoux e scambiare con lui delle parole in esclusiva, per "Formula1.it", relative ad alcuni monenti salienti della sua carriera con la Scuderia.

Per prima cosa, René ha voluto ricordare quello che è stato il suo primo approccio con la rossa, a metà 1982, e il suo primo incontro con Enzo Ferrari. Un momento per lui bello, privato e indimenticabile, anche a distanza di anni.

"Arrivi a Maranello, dopo aver sempre sognato di correre con loro e ti trovi davanti il 'Commenda': sei come un bambino a Natale. Sono stato egoista, sono andato senza manager o avvocati. Non rimpiango niente, e non volevo condividere quel momento. Un momento stupendo, lo ricorderò per sempre".

Un incontro, quello tra Anrnoux e Ferrari, privato e personale (ancor prima che professionale), da cui emerse l'accordo affinché René si vestisse di rosso a partire dal 1983: accordo sancito alla vecchia maniera, con una stretta di mano e solo dopo alcuni mesi in maniera formale.

"All'inizio abbiamo parlato della mia carriera, della mia vita. A pranzo mi ricorda: 'Rene, siamo qui anche per parlare di futuro'. Da lì abbiamo parlato di tecnica, dell'esperienza in Renault, dello sviluppo della Ferrari per il 1983 e mi ha chiesto cosa desideravo. Ci siamo accordati su tutto, ci siamo stretti la mano e mi ha detto 'Firmiamo'. Abbiamo firmato due mesi e mezzo dopo. Per me la mano di Enzo Ferrari aveva un altissimo valore, ero contento. Mi sarebbe dispiaciuto firmare subito, non aveva senso: per me ha molto più valore una stretta di mano anche perché, pur con un contratto, se vogliono farti fuori il modo lo trovano. La mano del commendatore invece era una valuta sicura".

Una storia con la Ferrari che, per l'ex pilota Renault, si chiuse bruscamente all'inizio del 1985 per ragioni, ancora oggi, mai chiarite. Addio su cui, a quasi quarant'anni di distanza, Arnoux è tornato e parlare...

"Sarò onesto: non ho mai parlato della questione per anni e posso dire che non avrete mai una risposta su questo".

Foto copertina twitter.com

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