Nella sua consueta analisi del lunedì per Il Corriere della Sera, Giorgio Terruzzi parla del Gran Premio di Las Vegas soffermandosi in modo particolare sulle principali vicende di casa Ferrari. Dalla penalità inflitta a Carlos Sainz al bellissimo sorpasso di Charles Leclerc su Sergio Perez nel finale: ecco un estratto delle sue considerazioni con tanto di riferimento ad una frase celebre del Drake.
"Una gara vera in un posto finto. Eppure, anche la corsa: falsata. La penalità che ha spostato Sainz dalla prima alla sesta fila resta clamorosa. Due Rosse davanti avrebbero potuto produrre un esito diverso; con molta probabilità, la Ferrari si troverebbe al secondo posto tra i costruttori", esordisce Terruzzi riavvolgendo il nastro di quanto si è visto durante il weekend in Nevada.
"Non è questione di tifo. È una questione di principio. Punire un pilota per un guasto causato da un difetto della pista vale come pericoloso precedente. Se Sainz fosse stato in lotta per il titolo? Avremmo avuto un tombino arbitro del Mondiale", osserva il giornalista. Che poi non le manda a dire alla concorrenza, rea, a suo parere, di un comportamento discutibile: "Eppure, i piloti, raccolti in una inutile associazione, si sono ben guardati dal protestare; i team principal hanno riproposto il consueto atteggiamento protettivo nei confronti di un interesse proprio".
"Alla fine della fiera, sono stati i sorpassi di Leclerc a trasformare Las Vegas in un capitolo sportivamente interessante. Dunque a Charles va la gratitudine di chi sa bene che nessuna coreografia può sostituire una impresa sportiva. Conta vincere, provarci. Conta il coraggio dei piloti. Il resto, come diceva Enzo Ferrari «tutta frantumaglia, tutta roba che non ci interessa»", conclude Terruzzi citando il Drake.
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