La stagione di Formula 1 2023 sarà ricordata come una delle annate meno avvincenti della storia della categoria, complice il dominio assoluto del binomio Verstappen/Red Bull con ben 20 successi su 21 round. L’ultima creatura di Adrian Newey ha dominato in lungo e in largo uscendo sconfitta solo nella notte di Singapore dall’acuto Ferrari.
Il successo, come sempre è il risultato dell’eccellenza in tutte le aree di un team. Oltre che inarrivabile in termini prestazionali la monoposto angloaustriaca ha mostrato un’affidabilità senza eguali nell’era turbo-ibrida. Nel primo ciclo dominante del team di Milton Keynes, tra il 2010 e il 2013, le frecce ideate da Newey accusavano spesso problemi di affidabilità, fattore che ha concesso per ben due volte alla Ferrari di contendere il titolo piloti fino all’ultima tappa. Parte del merito va attribuito alla divisione Powertrains che ha fornito un propulsore all’altezza del progetto aerodinamico/telaistico sia in termini prestazionali che di tenuta delle PU.
Ormai l’area dedicata alla gestione dei propulsori ex-Honda ha dimostrato di poter spezzare il cordone ombelicale con il colosso nipponico. La futura partnership con Ford a partire dal 2026 ha sancito di fatto conclusione della proficua partnership con il colosso del Sol Levante che a sua volta intende rimanere nel circus avendo sottoposto alla FIA la propria manifestazione di interesse in merito alla realizzazione delle Power Unit di seconda generazione.
Prototipo dell’ICE Red Bull Ford Powertrains – Credit: www.automation.com
Il “freeze” degli sviluppi, fino al termine del 2025, consente ai team di allocare tempo e risorse alla progettazione dei nuovi propulsori che avranno un’architettura assai diversa da quelli attuali. Da quanto appreso, Red Bull ha già realizzato il prototipo della nuova unità di potenza che sarà brandizzata Ford. Il propulsore è sviluppato attraverso la piattaforma Siemens Xceleratorcome dichiarato da Ben Hodgkinson, direttore tecnico di Red Bull Powertrains: “Siemens Xcelerator è la spina dorsale digitale del nostro percorso di progettazione e produzione, consentendoci di progettare contemporaneamente centinaia di rapide evoluzioni di progettazione attraverso un grande team appena formato; garantire che ogni progettista abbia visibilità e conoscenza di ciò su cui stanno lavorando i suoi colleghi”.
In merito alle prime immagini circolate in rete relative al motore a combustione interna del propulsore 2026, Craig Scarborough autorevole giornalista e illustratore non ha dubbi: “È sicuramente un prototipo, ma molto precoce”.
Craig Scarborough conferma che la foto immortala il prototipo dell’ICE Red Bull Ford – Credit: @robertofunoat
Con circa due anni a disposizione RBPT (Red Bull Powertrains, nda) sta procedendo spedita nella prototipazione dei futuri propulsori. A settembre Helmut Marko si era sbilanciato affermando che lo sviluppo della nuova power unit del team campione del mondo fosse anni luce davanti a Ferrari anche se più in ritardo rispetto a un competitor non menzionato. Al netto della veridicità delle affermazioni dello storico consulente austriaco, Red Bull non ha mai progettato una power unit da un foglio bianco e per tale ragione un’ingente e precoce assegnazione di risorse sul progetto tecnico della PU 2026 sembra una mossa obbligata.
Ad oggi la divisione RBPT si occupa della gestione ricorrente delle unità di potenza, discorso molto diverso rispetto alla progettazione di nuovi propulsori dalle specifiche diverse e innovative. In sostanza il team capitanato da Horner non vuole pagare lo scotto del primo vero noviziato di Red Bull in qualità di costruttore di propulsori turbo-ibridi. “È particolarmente impegnativo in quanto non abbiamo il lusso dei dati storici; ogni componente, fino ai dadi e ai bulloni del motore, deve essere modellato da zero” ha dichiarato Hodgkinson. Un legittimo timore per gli uomini Red Bull, una speranza per gli storici costruttori di propulsori di porre fine a un’egemonia che rischia di essere intaccabile nelle prossime due stagioni
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