Ad aver reso ancora più inossidabile il mito della Ferrari c'è il grande contributo di Jean Todt e Michael Schumacher, che hanno riportato la Rossa alla vittoria dopo stagioni di magra, per poi far sognare migliaia di tifosi per anni e anni consecutivi. Eppure, dietro le foto sul podio, i trofei e gli abbracci ci sono anche momenti di frustrazione, di difficoltà, e di situazioni complicate che non si riescono a risolvere.
In una recente intervista rilasciata a La Stampa, l'ex ammnistratore delegato ha ripercorso alcuni momenti salienti di quel periodo: "La situazione all’inizio era disastrosa. Nel 96 si parlava del mio licenziamento, Michael era appena arrivato e vedeva che il mio piano era giusto, la gente che stava per arrivare e con cui trattavo in segreto corrispondeva al nostro progetto. Per questo è intervenuto e ha detto: "Se parte Todt, me ne vado anch’io". Di sicuro questo ha fermato chi pensava di mandarmi via. La prima sconfitta nel 1997 è stata una caz***a del pilota, in quell’occasione l’abbiamo molto protetto. Nel ’98 c’è stato lo scandaloso comportamento di Coulthard, che a Spa sotto la pioggia gli ha frenato davanti per farsi tamponare e fermarlo. Nel ’99 Michael si è rotto la gamba in un incidente. Quando è rientrato, ha aiutato Irvine. Se anche gli avesse ceduto la posizione all’ultima gara, il titolo sarebbe comunque andato a Hakkinen. Però è arrivato il primo posto tra i costruttori. Nel 2000 vinciamo. L’abbraccio con Michael sul podio è il momento sportivo più felice della mia vita. Abbiamo finalmente raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti nel 1993".
Certamente è difficile, se non impossibile, fare paragoni con la Formula 1 attuale, persino di fronte al vincente binomio formato da Verstappen e la Red Bull che sembra porsi come costante per i prossimi anni. Eppure, quella "situazione disastrosa" di cui il francese parla, la fiducia in un piano, la gente nuova in arrivo e un progetto condiviso non possono che ricordare quello che Vasseur sta organizzando a Maranello. Lo stesso Leclerc è sempre stato cauto con i commenti, e non ha mai osato fare paragoni con Schumacher; di certo non ce ne sarà un altro come lui, ma un altro titolo, una grande impresa nel nome del Cavallino e il grande sogno in rosso sono nel cuore di tutti.
Foto copertina x.com
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