Terruzzi evidenzia un problema cronico della Formula 1
18/12/2023 10:15:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Al termine della stagione 2023, Giorgio Terruzzi ha voluto sottolineare un problema a lui caro, che la Formula 1 si porta dietro ormai da anni: la mancanza di comunicazione. Per uno come il giornalista milanese, che si occupa da una vita di parole, racconti e resoconti, questo elemento genera frustrazione, ma allo stesso tempo anche i tifosi non ne sono entusiasti. Il caso più eclatante è stata la prestazione di Carlos Sainz al GP di Abu Dhabi, molto sottotono rispetto ai suoi standard delle domeniche, su cui nessuno ha detto nulla, se non frasi di circostanza. 

"Cosa è accaduto a Carlos Sainz nel finalissimo di stagione? Non si sa, forse non lo sapremo mai. Eppure, una gara al rallentatore ad Abu Dhabi, dopo una qualifica modesta, dopo un incidente in prova. Sì, ma Carlos aveva da conquistare il quarto posto tra i piloti e non è mai stato nella condizione, apparentemente, di competere durante il GP. Come mai? Stiamo parlando di un pilota normalmente redditizio proprio la domenica, in questo caso lontanissimo dalle prestazioni abituali, per non parlare della differenza abissale che in quell’occasione lo ha separato dall’altra Ferrari, quella di Leclerc. Il fatto è che è mancato un racconto, una difesa del pilota, una analisi dettagliata. È un classico di questo universo, dove il festival dei comunicati stampa è continuo, spesso senza badare al contenuto, a fornire notizie dettagliate sulle ragioni di un acuto o di un tonfo", ha scritto l'esperto sul sito della Red Bull. 

Il problema della tecnica

Un altro aspetto su cui ormai si tace, protetti da apparenti segreti di ufficio, è la tecnica. In un mondo di alta ingegneria come quello della Formula 1 non c'è nessuno che dica come stanno le cose dietro le quinte, che non necessariamente deve essere quello che c'è sotto il cofano o altri stratagemmi studiati a puntino. Che poi, in fondo, i progettisti sanno quello che rende veloci le altre vetture. Basta vedere Newey che, con il suo quadernetto rosso, osserva attentamente i rivali e copia le soluzioni più interessanti. 

"Se poi ci addentriamo nella tecnica, addio. I progettisti, chi saprebbe spiegare a ciascuno di noi ignorantoni, in modo esauriente e competente la ragione di una superiorità o di un handicap, tace. Protetto dai team in pianta stabile. Il risultato è che questo mondo fatto di alta tecnologia, della tecnologia non parla mai o quasi. Non dettaglia, non trasforma e non semplifica adeguatamente un tema complesso, elaborando in un racconto accessibile a chi guarda. Dove stanno, di che natura sono fatti, in che modo determinano una differenza i tesori tecnici della Red Bull? Cosa impedisce nel dettaglio, alla Ferrari di colmare un handicap, di correggere un difetto? Boh. La discussione è perenne ma si basa su elementi labili, lontani da una competenza (che non abbiamo), da una vera conoscenza (che hanno i tecnici). Si resta su un piano di superficialità, con discorsi blindati e ripetuti all’infinito che non aiutano davvero una comprensione. È un peccato, è un problema. Perché la crescita della F1 in quanto a popolarità, avrebbe bisogno di una crescita della qualità del comunicare. Che è antica e sterile al tempo stesso. Troppe domande, pochissime risposte. Una curiosità, alla fine assopita a furia di linguaggi retorici, identici a se stessi, con l’illusione, solo l’illusione, di appartenere davvero ad una disciplina magnifica", ha commentato Terruzzi. 

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