Ha vinto la casta: La F1 dice no ad Andretti. Le ragioni della vergognosa decisione
Con un comunicato cervellotico la Formula 1 ha spiegato la bocciatura della candidatura del team Andretti. Una decisione che conferma la natura elitaria della categoria e guerre politiche in corso...

01/02/2024 07:00:00 Tempo di lettura: 5 minuti

Nel tardo pomeriggio del 31 Gennaio 2024 il sogno della famiglia Andretti di entrare nel circus della F1 si è infranto. Con un comunicato molto articolato degno della “supercazzola” del film cult “Amici miei” Liberty Media ha dettagliato cronologicamente le fasi della candidatura del team americano fino a giungere alle motivazioni a sostegno del parere negativo.

In estrema sintesi l'ingresso di un undicesimo team non sarebbe stata una solouzione win-win.  Andretti avrebbe beneficiato enormemente della presenza nel circus viceversa la presenza di un'altra scuderia avrebbe aumentato i costi operativi per gli organizzatori delle gare in calendario. Di seguito i passaggi salienti del controverso comunicato della Formula 1:”Sebbene il nome Andretti sia riconosciuto dai fan della F1, le nostre ricerche indicano che la F1 apporterebbe valore al marchio Andretti piuttosto che il contrario…. Sulla base della domanda nella sua forma attuale, non riteniamo che il richiedente abbia dimostrato di poter aggiungere valore al campionato.”. Spostando le lancette indietro nel tempo e’ come se Bernie Ecclestone nel 2005 avesse impedito la partecipazione al Mondiale della Red Bull che aveva rilevato la moridonda Jaguar.

Ha vinto la casta: La F1 dice no ad Andretti. Le ragioni della vergognosa decisione

La Red Bull RB1 - Credit: x.com

E Jaguar era un team da zone basse del midifield. Ci sono diverse chiavi di lettura per una decisione impopolare, proprio nel momento di maggiore seguito della Fprmaula 1 negli States.

La vittoria della “Casta”

I dieci team presenti sullo schieramento hanno da sempre manifestato malcontento in relazione al potenziale ingresso di nuove scuderie . Le ragioni economiche sono facilmente intuibili, al banchetto degli introiti non sono desiderati altri commensali che determinerebbero minori profitti per i team già presenti nel circus. La “casta” rivendica il diritto al numero chiuso in quanto la popolarità della categoria è stata raggiunta anche grazie ai grandi sacrifici economici delle attuali dieci scuderie prima dell’ingresso del budget cap e nel periodo della pandemia. Qualsiasi soggetto interessato a entrare nel club e’ inviso proprio perché il business deve rimanere nell’attuale perimetro, a meno di acquisizione di team esistenti come nel caso di Audi con Sauber.

Un nuovo atto della faida FIA - F1

Forse Liberty Media avrebbe bocciato qualsiasi undicesimo team che in quanto l’idea di aprire le porte del circus ad altri soggetti è un’iniziativa fortemente caldeggiata dalla federazione internazionale. Quello che si è consumato ieri potrebbe essere l’ennesimo atto della faida FIA - F1 in cui Liberty Media ha voluto mostrare per l’ennesima volta a chi appartiene il giocattolo.

Ha vinto la casta: La F1 dice no ad Andretti. Le ragioni della vergognosa decisione

Stefano Domenicali e Mohammed Ben Sulayem - Credit: corrieredellosport.it

Onestamente la Formula 1 esce con le ossa rotte dalla faccenda. Uno sport imborghesito che non offre chance a chi vuole diventare pilota, costruttore o assistere semplicemente un gp dal vivo o a casa senza pagare cifre anacronistiche. Una disciplina per pochi intimi in cui l’organo regolatore non ha alcun peso non detenendo i diritti commerciali della categoria. Un sport che si fa portatore di nobili ideali che all'atto pratico continua a non mettere in pratica come ad esempio l'inclusività. Nel comunicato di Liberty Media non si fa cenno a quante opportunità di lavoro avrebbe offerto un nuovo team ma solo il discutibile aumento dei costi a carico degli organizzatori. Si è bocciata un'oppportunità basando la scelta su un ipotesi di competitività non idoneo alla categoria, decisione senza precedenti. Domenicali forse ha dimenticato il debutto di Toyota nel 2002, della Red Bull e della stessa Haas. Forse la Formula 1 ha dimenticato se stessa.

Foto interna https://x.com

Foto interna www.corrieredellosport.it


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