L'indiscrezione era nell'aria da qualche giorno e nel pomeriggio di ieri è arrivata l'ufficialità delle dimissioni con effetto immediato presentate da Matt Harman e Dirk de Beer, rispettivamente Direttore Tecnico e responsabile del reparto aerodinamico di Alpine. A margine dell'annuncio della separazione dalle due figure in questione, il team transalpino ha inoltre comunicato la nuova struttura organizzativa con il ruolo di DT che verrà suddiviso tra vari responsabili: Joe Burnell per la progettazione, David Wheater per quel che concerne l'aerodinamica e Ciaron Pilbeam si occuperà della performance. Il reparto Power Unit, invece, con sede a Viry-Châtillon è stato affidato a Eric Meignan che dirigerà lo sviluppo in chiave 2026.
Quanto appena citato rappresenta soltanto l'ultimo scossone di un lungo elenco che trova la sua origine in piena stagione 2023, con l'allontanamento dell'allora Team Principal Otmar Szafnauer nel bel mezzo del weekend del Gran Premio del Belgio. Un avvenimento che inevitabilmente lasciò attonito tutto il paddock, con l'ex Racing Point/Aston Martin che fu costretto a fare le valigie durante il fine settimana di gara. Sznafnauer non fu il solo a dover lasciare la squadra francese in quel frangente, dal momento che anche il Direttore Sportivo Alan Permane venne sollevato dal proprio incarico dopo aver trascorso ben 34 anni a Enstone.
Un altro caso riguarda quello di Davide Brivio (arrivato in Alpine nel 2021 dopo i successi ottenuti in MotoGP con la Suzuki) che venne prima dirottato dal ruolo di Racing Director a quello di responsabile dell'academy, per poi lasciare il team al termine del 2023 per far ritorno nella classe regina del Motomondiale a capo del team Trackhouse, squadra di proprietà americana nonchè satellite di Aprilia. Inoltre, qualche mese prima del manager italiano un'altra "vittima" della rivoluzione (o confusione) fu Laurent Rossi, estromesso dalla mansione di CEO.
Un caos iniziato nel 2023, tuttavia le prime crepe furono registrate già a metà del 2022. Al centro di tutto ci fu Fernando Alonso, protagonista di uno degli episodi di mercato più stravaganti degli ultimi anni. In seguito all'annuncio del ritiro da parte di Sebastian Vettel, il due volte iridato comunicò il passaggio in Aston Martin a partire dalla stagione successiva tramite un contratto pluriennale. Quel contratto pluriennale che la stessa Alpine non gli volle offrire, per paura di perdere l'allora talento dell'academy: Oscar Piastri.
Proprio l'australiano diede vita ad un altro colpo di scena, smentendo il comunicato di Alpine che lo aveva appena annunciato come pilota titolare a partire dalla stagione 2023 in sostituzione dello spagnolo. La situazione fu orchestrata in modo magistrale dal manager Mark Webber, il quale approfittò di un'opzione presente nel contratto del classe 2001 non esercitata da parte del team transalpino per piazzare il proprio assistito in McLaren. Il resto è storia.
Il dopo Alonso, alla fine, ha risposto al nome di Pierre Gasly che insieme ad Esteban Ocon è andato a ricomporre un duo che già ai tempi dei kart produceva parecchie scintille. Il primo anno da compagni di squadra è stato discreto, con il duo francese che nella stagione del dominio Red Bull è riuscito a conquistare due podi, il primo a Monte-Carlo con Ocon e l'altro con Gasly in quel di Zandvoort.
Se alla prima vera stagione di Bruno Famin nel ruolo di Team Principal la squadra non è riuscita a confermarsi come "prima degli altri" alle spalle dei tre top team, in quella appena iniziata lo scenario si prospetta decisamente più preoccupante. L'Alpine è infatti reduce da un primo weekend nero (come la sua livrea), vissuto da ultima forza. In attesa della controprova su altre piste, la sensazione è che l'instabilità venutasi a creare nell'organigramma ormai si rifletta costantemente anche su quelle che sono le prestazioni della vettura.
Foto interna pbs.twimg.com
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