Il ragazzino ci ha stupiti, già per questo andrebbe messo su un piedistallo, in una Formula Uno che da tempo non ci stupisce più come pretenderemmo da questo sport che continuiamo ad amare o, che è peggio, per rialzare su di essa la soglia d'interesse ha bisogno di una storiaccia di sospette molestie suffragata da una mail anonima.
Ma non portiamo fuori strada il discorso, a maggior ragione perché il ragazzino fuori pista non ha mai rischiato di finirci. Stavamo parlando di lui, di come Oliver Bearman ha messo ogni fibra muscolare al servizio della SF-24 e della sua interpretazione. Già, perché sarebbe banale dire che una qualsiasi di queste monoposto "si guida": le odierne vetture di Formula Uno necessitano di una interpretazione attraverso la quale il pilota possa entrare in sintonia con ogni componente della macchina. Per un diciottenne che senza preavviso si ritrova a passare da una F2 a una F1, il discorso atletico, senza virgolette, diventa fondamentale. Le sollecitazioni a collo, deltoidi, schiena e muscoli delle spalle in generale ce li ha illustrati bene l'espressione stravolta di Bearman quando, una volta tolti casco e maschera, ha mostrato di aver fatto evaporare un fiume di sudore.
Il buonissimo rendimento in qualifica e l'ottima gara che è stato un ulteriore passo avanti, non sono però gli aspetti più sorprendenti in assoluto del fine settimana di questo astro nascente: la sua saggezza e la lucidità delle analisi che è riuscito a comunicare, stanco morto, via radio a gara appena conclusa, ci dimostrano che classe e talento divengono davvero decisivi quando gli individui, in ogni ambito, mostrano di essere intelligenti. Bearman lo è, oltre a tante altre cose.
Leggi anche: Leclerc: «Avevamo un gran passo oggi. Oliver ha fatto un lavoro incredibile»
Leggi anche: Ferrari, Elkann: «Risultato incoraggiante. Gran debutto di Bearman»
Foto copertina www.ferrari.com