Ferrari, Nugnes: «SF-24 non scala le gomme, ha poco carico. Servirà osare». Sugli sviluppi...
11/03/2024 07:30:00 Tempo di lettura: 5 minuti

La Ferrari è chiaramente la seconda forza in campo: questo è il verdetto della pista dopo le prime due trasferte disputate per la Rossa e le non poche sfortune (tecniche e non) che si sono registrate, sia a Jeddah che in Bahrain. Un dato positivo, se si osserva quella che era la situazione del Cavallino all'inizio, ma anche al termine, della passata stagione dove più volte McLaren o Mercedes rappresentavano importanti minacce. Un dato che, ad oggi, certifica il passo in avanti compiuto dalla Scuderia nel corso della pausa invernale.

Uno step che, di fatto, ha riportato il team di Maranello ad essere la prima sfidante della Red Bull, ma che ancora una volta non sembra essere sufficiente a candidarsi come seria competitor del team di Milton Keynes nè per la conquista deo titolo mondiale (fattore noto sin dalla viglia) nè, a oggi, per la conquista di una vittoria di tappa, visto che il gap sul giro (in configurazione di gara) si attesa ancora intorno al mezzo secondo: troppo in F1.

Una realtà dei fatti che, al termine del GP dell'Arabia Saudita, è stato analizzata da Franco Nugnes su "Motorsport.com", sottolineando quanto la gara saudita abbia evidenziato il netto gap della Red Bull sul Cavallino che, per il momento, non può che ambire al gradino più basso del podio come massimo risultato possibile.

"Jeddah raffredda un po’ le aspettative dei ferraristi. [...] In Bahrain c'era la sensazione che Charles Leclerc privo dei problemi ai freni sarebbe riuscito a stare davanti a Sergio Perez, poi giunto secondo in rimonta. L’Arabia Saudita, invece, ha sancito che le due RB20 non sono contendibili. [...] Leclerc è abile nel portare la SF-24 in prima fila, ma poi deve arrendersi al passo che la rossa gli permette di tenere".

Un gap dalla RB20 che la SF-24 accusa in diverse condizioni, specie nei primi giri di ogni stint dove, a causa delle difficoltà a mandare in temperature le gomme, la vettura inglese perde il largo.

"L’anno scorso la Ferrari si “mangiava” le gomme dopo pochi giri e quest’anno ha drenato l’usura degli pneumatici, andando addirittura nella direzione opposta: fa fatica a mandare in temperature le coperture".

Difficoltà nel mettere nea giusta finestra di utilizzo gli pneumatici che deriva dalla mancanza di carico (dal fondo vettura) della SF-24: una condizione che impone ai tecnici scelte aerodinamiche più cariche rispetto ai rivali, a discapito dell'efficienza sul dritto.

"La SF-24 manca di carico. Il corpo vettura non genera abbastanza downforce e i tecnici sono costretti ad usare un’ala posteriore più carica per ovviare alla deficienza della rossa, sebbene lo staff del Cavallino avesse deliberato, come tutti, un profilo meno resistente di quello del Barhain. [...] La Scuderia la nuova soluzione non l’ha mai usata nemmeno in prove libere, puntando a coprire con un’ala carica le carenze di effetto suolo".

Una soluzione adotta a Jeddah che, di fatto, ha mostrato come da Maranello siano giunti impreparati in Arabia. Una tendenza che dovrà essere invertita quanto prima, e si dovrà inventivare la tendenza all'azzardo anziché all'essere conservativi, sia nei weekend di gara che in sede di delibera degli sviluppi.

"La SF-24 manca di performance per chiudere un gap che in qualifica si misura in tre decimi, ma che in certi momenti della gara arriva a sei-sette decimi. La base è buona, ma non basta per sfidare le RB20. Nel retrotreno non si è ancora trovato il giusto bilanciamento e la SF-24 ha mostrato un limite prestazionale che potrà essere superato solo da un pacchetto di aggiornamenti. [...] L’approccio filosofico del Cavallino alle scelte tecniche e sportive è sempre conservativo. Troppo. La paura di sbagliare non porta a osare. Ci auguriamo che in Australia si veda qualcosa di nuovo".

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Foto copertina media.ferrari.com


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