Ferrari, Bearman ha corso con problemi al drink sistem della sua SF-24: il retroscena
10/03/2024 08:00:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Il fine settimana del Gran Premio dell’Arabia Saudita non è stato privo di imprevisti per la Ferrari. Il primo è arrivato nella notte tra giovedì e venerdì con la diagnosi di appendicite per Carlos Sainz, giunto a Jeddah già dolorante e tutt'altro che in forma. Una diagnosi che ha costretto la Scuderia a dover correre ai ripari e convocare uno tra i piloti di riserva a disposizione per sostituire il madrileno e disputare il secondo GP dell'anno.

Scelta che, probabilmente per motivi logistici (visto che Robert Shwartzman e Antonio Giovinazzi, reduci dalla 1812 km del Qatar, non erano a Jeddah), è ricaduta sull'unico profilo disponibile: Oliver Bearman, 2005, membro della Academy Ferrari, attualmente impegnato in Formula 2. Una scelta che è stata comunicata al britannico solo il venerdì mattina, dopo che la sera prima aveva siglato la prima pole position stagionale in F2. Un risultato che, di fatto, è passato in secondo piano dinanzi alla chiamata del Cavallino a cui "Ollie" ha risposto presente.

Una chiamata che lo ha portato ad affrontare il suo primo fine settimana nella massima serie alla cieca, dal momento che ha avuto a disposizione solo la sessione di FP3 prima di andare in qualifica in cui, senza particolari sbavature, Oliver ha mancato l’accesso in Q3 per soli 36 millesimi, rimandando alla gara la possibilità di togliersi delle soddisfazioni. Detto, fatto, visto che nella notte di Jeddah, il britannico ha performato ottimamente, chiudendo la sua gara di debutto al settimo posto, a punti, non commettendo errori, attaccando e chiudendo persino davanti al sette volte campione del mondo, Lewis Hamilton su una pista difficilissima.

Un risultato straordinario, colto tra varie difficoltà, tecniche ma anche di carattere fisico o di comfort, poiché l'abitacolo della sua Ferrari non era affatto cucito sulle sue dimensioni ma su quelle di Carlos Sainz. A poche tornate dalla fine, infatti, Bearman ha denunciato dolori al collo, che da circa metà gara lo hanno accompagnato e stremato, sino al traguardo. Finale in cui, pur colmo di gioia, Bearman ha faticato a scendere dalla sua monoposto ed è parso assolutamente provato in parco chiuso. Uno stato a cui, oltre ai dolori al collo, ha contribuito anche un problema che si è abbattuto sulla Rossa numero 38: un malfunzionamento al sistema del "drink", un circuito con cui il pilota (specie nei GP caldi come Jeddah), spingendo un bottone sul volante riceve in bocca una bevande preparata del proprio fisioterapista e posta in un serbatoio in vettura. Un problema che, nei 50 giri, non ha permesso ad Ollie di idratarsi a sufficienza e che è stato spiegato in un team radio al suo ingegnere di pista:

"Il drink sta andando dappertutto, tranne che in bocca!"

Un inconveniente, all'interno di un weekend "folle" che, però, non ha precluso all'inglese la chance di mettersi in mostra, sia in vista del mercato piloti per la stagione 2025, sia per fornire alla Ferrari la consapevolezza che il vivaio di giovani piloti ha tra le sue file un vero talento, un piccolo diamante grezzo.

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Foto copertina twitter.com


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