Il fine settimana passato in Arabia Saudita ha visto ancora una volta la Red Bull regina della velocità. Rapida in qualifica e altrettanto in gara, soprattutto a DRS spalancato; lo si è notato molto bene con Sergio Perez che ogni qualvolta azionava l’ala mobile sembrava togliesse la vernice alle livree, senza lasciare agli avversari la minima possibilità di replica.
La vera novità rivoluzionaria che ha saputo fare ancora una volta la differenza sulla concorrenza è il nuovo sistema di raffreddamento di cui la RB20 dispone, dal momento che rastremare il cofano motore e chiudere le feritoie significa ridurre in maniera significativa il drag (resistenza all’avanzamento), al fine di guadagnare ancor più chilometri orari.
Entrando maggiormente nel dettaglio, il sistema di cooling risulta particolarmente duttile: oltre alle prese d’aria verticali e orizzontali sulla fiancata (cerchio rosso), la monoposto di Milton Keynes presenta dei piccoli inlet che fungono da entrata dei cosiddetti "bazooka" nella zona dei due punti di fissaggio dell’halo (frecce rosse). La squadra di Christian Horner ha a disposizione diverse soluzioni per la dispersione del calore, tra le quali spicca una fila di “branchie” presenti nella parte superiore del cofano motore (freccia gialla) che viene aperta o chiusa a seconda delle esigenze.
Veniamo ora alla zona del retrotreno. La scuderia anglo-austriaca ha introdotto un esemplare di ala posteriore a basso carico specifica per il circuito di Jeddah (mono-pilone). Le caratteristiche di tale componente sono le stesse di quella già vista in Bahrain la settimana precedente che ha tuttavia subito un “depotenziamento” per ridurre il carico aerodinamico e incrementare la top speed.
La sezione centrale del mainplane a cucchiaio è stata drasticamente rialzata, il che automaticamente comporta una rastremazione decisamente meno accentuata nella zona che si congiunge con l’endplate (paratia laterale); ciò aiuta ad aumentare l’efficienza quando si viaggia a DRS attivato. Anche l’intaglio "a V" ha subito una riduzione, mentre si è rivisto il flap di Gurney posto sul bordo d’uscita alare, montato per garantire un maggiore bilanciamento della monoposto.
Per quel che concerne la beam wing, entrambi gli elementi sono stati anch’essi ridisegnati, in maniera leggermente più accentuata per quanto riguarda quello superiore: quest’ultimo ora si collega direttamente al crash box anziché passare sotto la parte terminale dello scarico.
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