Ora è brillante in qualifica, ma opaca in gara: è un'Aston Martin «down under»
19/03/2024 21:00:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Una delle sorprese del 2023 è stata sicuramente l’Aston Martin, soprattutto nella prima parte di stagione. Basti pensare come Fernando Alonso arrivò a conquistare ben sei podi nelle prime otto gare, sfruttando una monoposto che la domenica riusciva a mostrare tutto il proprio potenziale rispetto a delle qualifiche non proprio esaltanti.

Ciò che è invece emerso nel corso dei primi due appuntamenti di questo 2024 è un netto ribaltamento in termini di performance. La nuova AMR24 è una monoposto competitiva quando si trova a serbatoio scarico, ma più in difficoltà con massimo carico di carburante. A confermare questa teoria ci aveva pensato proprio Alonso al termine delle qualifiche di Jeddah: “Sembra che quest'anno fatichiamo nei long run. Ci mancano ancora due o tre decimi rispetto a Mercedes e McLaren, mentre in qualifica riusciamo ad essere abbastanza vicini”.

Ora è brillante in qualifica, ma opaca in gara: è un'Aston Martin «down under»

Prima della gara in terra araba il direttore delle prestazioni del team di Silverstone, Tom McCullough, aveva provato a interpretare questo repentino capovolgimento di competitività: “Le caratteristiche di questa vettura sono molto diverse dal punto di vista aerodinamico rispetto alla precedente, dobbiamo conoscerla meglio per riuscire a sfruttarla sempre di più. Abbiamo affrontato questo fine settimana con l'obbiettivo di provare a migliorare il passo gara senza preoccuparci troppo della posizione in qualifica, concentrandoci soprattutto sull'avere una buona vettura che fosse ‘gentile’ sugli pneumatici posteriori”.

A scuola da Red Bull: l’efficienza del DRS

Uno dei fattori che ha consentito all’Aston Martin di migliorare nettamente la propria prestazione in qualifica è sicuramente il sistema dell’ala mobile. Anche sotto questo aspetto, neanche a dirlo, a fare scuola è stata ancora una volta la Red Bull progettata da Adrian Newey che ha saputo regalare alla RB19 prima e alla RB20 poi, un sistema di riduzione del drag a dir poco impressionante.

Ora è brillante in qualifica, ma opaca in gara: è un'Aston Martin «down under»

A dimostrare quanto affermato poc’anzi sono i dati: la AMR24 è stata più veloce di circa 19 km/h a Jeddah e di oltre 20 km/h in Bahrain rispetto al 2023, numeri che l’hanno portata ad allinearsi alle prestazioni del team di Milton Keynes ad ala spalancata. L’efficienza del DRS è un aspetto su cui abbiamo lavorato duramente, vedendo la forza della Red Bull. - spiega McCullough - Abbiamo messo a confronto la qualifica dell'anno scorso con quella di quest'anno, con direzione e velocità del vento pressoché identiche, e la differenza è stata notevole.

Ora il vero banco di prova sarà la continuità in termini di sviluppo, tallone d’Achille che la scorsa stagione fece scivolare la squadra britannica dal secondo al quinto posto nel Mondiale Costruttori. Nella testa degli uomini in verde la nuova veste aerodinamica della vettura dovrebbe aiutare non poco da questo punto di vista. Se avrà funzionato lo scopriremo a dicembre.

Foto interna pbs.twimg.com

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Fonte www.motorsport.com

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