Ferrari, Genè anima i tifosi: «Classifica? Conta poco ma 20 punti non sono niente...»
02/06/2024 08:00:00 Tempo di lettura: 3 minuti

Sono passati ben 28 anni dal 2 giugno 1996, giorno in cui Michael Schumacher iniziò a far sognare tifosi della Ferrari centrando, in Spagna, la prima della sue 72 vittorie con la Ferrari. Dopo la conquista, al volante della Benetton di Flavio Briatore, del suo secondo titolo mondiale, il pilota tedesco fu chiamato dal Cavallino con la missione di riportare il Mondiale in una team che non riusciva a vincere dal 1979 e che, in quelle stagioni, stava riemergendo da una profonda crisi tecnica e aziendale. Un digiuno che, malgrado il talento di "Schumi" sarebbe arrivato solo nel 2000 al termine, come detto, di un lungo processo di ricostruzione guidato dalla coppia Jean Todt-Ross Brawn sotto la supervisione del presidente Montezemolo.

Il 1996, dunque, fu il primo anno dell'allora due volte iridato in Rosso e Michael non tradirà, malgrado una stagione marchiata a fuoco dalla Williams, con la lotta iridata interna tra Damon Hill e Jacques Villeneuve, le aspettative, andando a porre le basi per il ritorno al vertice della compagine di Maranello, cogliendo con la non folgorante F310 ben tre vittorie e tre secondi posti. E la prima, delle tre imposizioni stagionali, arrivò proprio il 2 giugno del 1996, sul tracciato di Barcellona, al termine di una gara caratterizzata dalla pioggia battemte che, dopo alcunu dubbi, ribadì a tuttu le qualità di guida del tedesco.

Una gara, che a causa della scarsa visibilità perse subito dei protagonisti come David Coulthard, Fisichella e Olivier Panis, con la Williams di Villeneuve si portò subito in testa, con il ferrarista relegato solo a centro classifica dopo un pessimo via. Il tedesco però, il giorno in cui in Italia si celebra la festa della Repubblica, aveva un altro passo e fu del tutto esente da errori, riuscendo così piano piano a rimontare. E, tra sorpassi quasi agevoli e ritiri sul suo cammino, in soli dodici giri Michael riuscì a passare tutti i rivali, compresl Villeneuve, andando al comando della gara per restarci fino al traguardo, infliggendo gap abissali alla concorrenza e doppiando tutti i piloti tranne Alesi e Villeneuve, staccati rispettivamente di 45 e 48 secondi.

Una prima per Schumacher in Ferrari che, ancora oggi, è da tutti ricordata e che sarebbe stata seguita, sempre nel 1996, dai successi di Spa e Monza, altrettanto memorabili. Ma proprio quella vittoria sull’acqua al Montmeló è ancora viva nei cuori dei ferraristi e non solo, probabilmente poiché sancì definitivamente la classe di Michael Schumacher, e rese chiaro quanto sarebbe stata fondamentale per regalare altre grandi, indimenticabili soddisfazioni al Cavallino.

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Foto copertina x.com


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