Hungaroring 2007, tra liti e Spy Story
18/07/2024 18:30:00 Tempo di lettura: 4 minuti

Non era la prima volta che la Formula Uno raccontava quel tipo di paradosso, non sarebbe certo stata l'ultima; ovvero, quando nello stesso team ci sono due piloti vincenti e dalla personalità spiccata, ognuno dei due considera avversari tutti gli altri piloti tranne il compagno di squadra, che è un vero e proprio nemico.

La McLaren del 2007 non doveva gestire soltanto quel tipo di problema e quella rivalità asperrima tra Lewis Hamilton e Fernando Alonso, perché c'era dell'altro; ben altro: quanti dei nostri lettori ricordano la "spy story" che proprio in quella stagione era in atto a causa della sottrazione da parte della McLaren di documenti tecnici riservati della Ferrari, con la complicità di Nigel Stephney? Ebbene, il Gran Premio d'Ungheria del 2007 non passa alla storia tanto per la vittoria meritata di Lewis Hamilton, quanto per l'intreccio complesso e sordido delle tensioni e delle minacce di rivelare quel retroscena così scandaloso da parte di Alonso in prima persona.

Le tensioni erano esplose già al Gran Premio di Monaco, quando Hamilton chiedeva insistentemente di passare Alonso, che aveva un passo inferiore; arrivati i team all'Hungaroring, in qualifica Alonso realizza il miglior tempo ma compie una manovra per ostacolare Hamilton in Q3, facendogli ritardare la sostituzione degli pneumatici.

Hungaroring 2007, tra liti e Spy Story

Retrocesso in quinta posizione, in preda alla rabbia il pilota iberico secondo il cronista Andrew Benson sarebbe andato da Ron Dennis per formulare la richiesta di ostacolare Hamilton in gara, per esempio lasciandolo senza carburante. Messa così, Alonso avrebbe chiesto letteralmente il sabotaggio del compagno. E non sarebbe stato questo l'aspetto più grave: nel caso in cui Ron Dennis non fosse stato d'accordo, lo spagnolo avrebbe rivelato l'esistenza del dossier di circa ottocento pagine con informazioni tecniche dettagliate che sarebbero dovute restare appannaggio dei tecnici di Maranello. Dopo mezz'ora, secondo la versione della BBC, Alonso anche su consiglio del suo manager Luis Garcia Abad avrebbe receduto dalla minaccia, affermando di aver parlato in preda alla rabbia. Sarebbe già così una storia piuttosto sordida, ma stando alle ricostruzioni il "meglio"
della vicenda deve ancora venire: invece di acconsentire alla richiesta di Alonso, Dennis si consultò con il suo vice, Martin Whitmarsh, e chiamò per informare dell’accaduto il Presidente FIA dell'epoca, Max Mosley, specificando il particolare dei dati in possesso di Alonso. Mosley spiegò successivamente di conoscere già la vicenda, poiché informato prima della gara di Budapest da Bernie Ecclestone, il quale ne era stato messo al corrente a sua volta da Flavio Briatore.

In quel Gran Premio d'Ungheria, alle spalle di un podio che recitava: Hamilton, Raikkonen, Heidfeld, con Alonso quarto, si è probabilmente consumato uno degli scenari meno edificanti per la Formula Uno, che quando viene contaminata dalla politica non ne esce mai al meglio.

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Foto copertina x.com

Foto interna x.com


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